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VARESE – In campo a testa alta. In campo senza paura. E soprattutto in campo senza vergogna. Questa sera i giocatori della Cimberio si butteranno sul parquet e lo lasceranno solo dopo aver versato l’ultima goccia di sangue: noi non chiediamo altro che questo. Di fronte si troveranno un avversario forte ma battibile, di fianco avranno la rabbia di chi vuole combattere contro le ingiustizie. Perché di questo si tratta: di un’ingiustizia, che merita di essere raccontata.
La giornata di ieri resterà nella storia della pallacanestro.
Iniziata in mattinata con la notizia dei provvedimento disciplinari dopo la partita di lunedì: una multa a Varese per le offese ad arbitri e avversari (in Federazione si mantengono così), e qualche squalifica per quell’accenno di rissa avvenuto nel finale di partita. Fermati per una gara i varesini Polonara e Banks, fermati per una gara i senesi Brown e Hackett: tutte le squalifiche, secondo il comunicato della Fip potevano essere commutate in una multa da 3000 Euro ciascuna. Già: perché il regolamento permette di tramutare in sanzione le squalifiche di una giornata (in Federazione si mantengono così), a patto che siano le prime nell’arco della stessa stagione.
Già: peccato che per Brown e Hackett la squalifica comminata ieri non fosse la prima dell’anno, con i due che erano già stati sanzionati (sanzione commutata poi in multa) dopo la Milano-Siena del 3 marzo scorso. Quindi, poche storie: Brown e Hackett non potranno scendere in campo in gara 6.
La Federazione si accorge della svista, ed emette un nuovo comunicato confermando che i due senesi dovranno effettivamente scontare la squalifica: Siena fa ricorso, ma sembra che ci sia poco da fare. Il regolamento parla chiaro, insomma.
Invece, attorno alle 20 di ieri sera, il colpo di scena: la commissione giudicante accoglie il ricorso senese, leva la squalifica e la riduce a una semplice deplorazione, i due potranno essere regolarmente in campo. Motivazioni? Non ce ne sono. Giustificazioni? Nemmeno. Una cosa mai vista, una situazione paradossale: la squalifica è stata tolta solo ai due senesi mentre è stata lasciata a Banks e Polonara. Che evidentemente, secondo una Federazione sempre più visionaria, hanno litigato tra di loro.
Cecco Vescovi, ieri, era furibondo. Avete presente quando si è talmente arrabbiati che manca pure la forza per dire qualcosa? Ecco: così.
«Sono senza parole – ha detto – sono semplicemente allibito. Al momento posso dire che abbiamo tutte le intenzioni di vederci chiaro e andare fino in fondo: voglio sapere cos’è successo nel pomeriggio a Roma. Perché nessuno si è degnato di informarmi su quanto stava accadendo: eppure io tra qualche ora giocherò contro Siena, mi sarebbe piaciuto sapere quel che si stava decidendo».
Andare fino in fondo: questo è il desiderio del Cecco. «Un nostro ricorso è già partito, e qualcuno dovrà fare chiarezza: i nostri legali sono certi dell’inammissibilità del ricorso senese. Nelle prossime ore, e comunque prima della palla a due, vogliamo una decisione ma soprattutto vogliamo delle spiegazioni».
C’è tanta rabbia, e ci mancherebbe. C’è la rabbia di Vescovi e c’è la rabbia di Cimberio che ieri ci ha chiamato in lacrime: e il giorno in cui tutti gli sponsor e gli appassionati saranno scappati da questa pallacanestro, qualcuno dovrà farsi delle domande.
Stasera ci sarà una partita. Al momento la realtà dei fatti dice che Siena sarà al completo mentre Varese con ogni probabilità dovrà rinunciare a Dunston (infortunatosi in gara 5, è pronto Ivanov) e avrà Polonara a mezzo servizio. «Lotteremo come leoni – ha detto Vescovi – lotteremo come abbiamo sempre fatto e cercheremo di vincere questa partita per tornare a casa nostra. Lotteremo su ogni possesso».
I tifosi di Varese sono furiosi, in molti hanno chiesto alla società di non presentare la squadra per protesta. No: siamo stati insieme questi mesi a lottare per qualcosa che pareva impossibile, non possiamo mollare proprio adesso. Non diamogliela vinta.
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