Castellanza– «È giusto che le associazioni paghino l’affitto». Lo dichiara Luca Galli, assessore al bilancio e vice sindaco di Castellanza.
L’uso gratuito di immobili di proprietà del Comune da parte delle associazioni, secondo l’Amministrazione castellanzese, non può continuare. «C’era una sperequazione tra associazioni – dice Galli – perchè alcune giá pagavano l’affitto, peraltro senza mai lamentarsi, e altre no. Il Comune non può farsi carico del telefono, delle utenze e di tutto. Se un’associazione non riesce a reperire risorse, per me deve chiudere».
Lo conferma l’assessore alla cultura Fabrizio Giachi: «Per andare avanti – afferma – ognuno deve fare la sua parte. Non si dimentichi peraltro che le associazioni ricevono contributi ordinari e, per progetti ed iniziative, anche quelli straordinari».
Tra coloro che non sono d’accordo con tale politica è il dott. Alberto Pezzoni, magistrato in pensione e membro dell’associazione nazionale Carabinieri dal 1972, secondo il quale «le associazioni non godono, come meriterebbero, di contributi pubblici o di sponsorizzazioni private, pur assolvendo finalitá di volontariato, di aggregazione sociale e di mutua assistenza tra i soci surrogandosi così alla colpevole inerzia delle pubbliche amministrazioni».
Pezzoni sottolinea poi come alcune associazioni, come quelle d’Arma, non hanno il potere di fissare autonomamente l’ammontare della quota associativa annuale. «Queste ultime – aggiunge – tramandano i valori e la memoria delle rispettive tradizioni, non solo militari, alle nuove generazioni e i componenti dell’ANC hanno sempre collaborato gratuitamente con il Comune in occasione di eventi ed iniziative sociali».
«Se si fruisce di locali comunali – è il parere di Raffaella Radaelli, tesoriere del Rione di in su – è giusto pagare qualcosa, senza però aumentare eccessivamente e di colpo i canoni d’affitto. È vero che siamo in un periodo difficile, di crisi economica, ma chiedere alle associazioni affitti troppo alti molto spesso vuol dire farle chiudere. I tagli dovrebbero essere altri».
Secondo la Radaelli le associazioni castellanzesi andrebbero aiutate, anche per far vivere la cittá stessa: «essendo queste ultime senza scopo di lucro – dice – il disavanzo lo usano per la beneficenza. Noi, ad esempio, troviamo sostentamento nella festa che organizziamo ogni anno a giugno: in caso di pioggia magari non riusciamo neanche a raccogliere i soldi per le spese».
Mariagiulia Porrello
p.rossetti
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