Lega dei ticinesi contro artigiani

LAVENA PONTE TRESA Quattro punti. Un vero e proprio piano d’azione contro i padroncini, ovvero i lavoratori autonomi varesotti e comaschi che portano la loro opera in Canton Ticino. 

Elettricisti, piastrellisti e idraulici: nel mirino ci sono tutti gli artigiani. Perché la Lega dei Ticinesi, incassato il mancato blocco dei ristorni, torna alla carica. Con le sue richieste. Quattro, tutto di peso, quelle contenute nella mozione indirizzata al Consiglio federale, elaborata dal deputato Lorenzo Quadri. «Chiediamo – si legge – di abolire con effetto immediato la possibilità di notificarsi on-line; di sostituire le notifiche on-line con l’obbligo di presentare le richieste in forma cartacea ad un solo sportello centralizzato; di imporre la trasmissione in copia della notifica all’autorità fiscale del paese d’origine del beneficiario; di finanziare un potenziamento dei controlli; imporre il pagamento dell’Iva per prestazioni di valore inferiore ai 10mila franchi anche ad artigiani ed imprese Unione Europea che operano in Svizzera».

Il Consigliere nazionale ticinese ha ricordato, nel documento inoltrato, i dati forniti dalla Società svizzera impresari costruttori ticinese, dai quali emerge che quest’anno il numero delle notifiche potrebbe raggiungere la quota 38mila. Nel 2012 il numero di permessi ai padroncini italiani era stato di 23mila, e di questo passo siamo vicini a registrare un aumento del 43% rispetto all’anno precedente. Quadri parla di «invasione». Ma non solo. «Visto che – ha aggiunto – quasi la metà dei circa 1900 artigiani e ditte controllati nel 2012 è risultata non essere in regola».

Da qui anche l’accusa di concorrenza sleale. «Mentre in Svizzera si stendono tappeti rossi a padroncini e distaccati, l’Italia – aggiungono dalla Lega dei Ticinesi – al contrario adotta misure protezioniste, tra l’alto lesive della reciprocità, a tutela del proprio mercato del lavoro». E in coda a tutte queste richiesta c’è quella di sanzioni più gravi per coloro che venissero pizzicati non i regola. «Si possono inoltre senz’altro aumentare i controlli ed inasprire le sanzioni per chi sgarra – fanno sapere dalla Lega dei Ticinesi – . Oltre tutto, questi provvedimenti non comporterebbero alcun un aumento dei costi, poiché i nuovi ispettori si finanzierebbero abbondantemente con le contravvenzioni spiccate». Resterà da vedere ora se il parlamento svizzero farà propri questi contenuti.

m.sada

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