UBOLDO Un uboldese di 48 anni, Teresio Banfi, soccorritore volontario, è morto sabato pomeriggio sulle montagne che tanto amava. È caduto da un’altezza di oltre 200 metri dalla ferrata del monte San Martino, sull’Antimedale, che si trova a Rancio, frazione montana di Lecco, finendo in un punto così impervio che i soccorritori hanno faticato molto per recuperare la salma, ma anche per identificarla: il volto era irriconoscibile e nel volo aveva perso il marsupio.
Cinque mesi dopo il padre
Una vera tragedia per la famiglia, che vive da sempre in una villetta in via per Origgio a pochi passi dal cimitero, dove solo cinque mesi fa la mamma di Teresio, Maria, ha seppellito il marito, morto in seguito ad una caduta dalle scale della cantina.
Ieri mattina è stato un viavai di parenti ed amici che hanno cercato dare conforto alla madre e al fratello Giuseppe: «Se penso che su quella montagna avrebbe potuto esserci anche mio figlio Dario, di 26 anni, mi sento male. Avrei potuto perdere anche lui, oltre a mio fratello».
Già, perché sabato mattina Teresio aveva chiesto al nipote, anche lui appassionato di montagna e arrampicata, se volesse accompagnarlo: «Mio figlio ha rifiutato perché aveva un precedente impegno e così Teresio ha preso lo zaino e gli appunti sul quella scalata, che aveva fatto diverse volte, ed è partito con l’attrezzatura».
L’allarme alle 23
Nessuno si è preoccupato per lui fino alle 23: «Era molto abitudinario: dalle scalate tornava alle 18.30 o alle 22,30. Quando mia mamma non l’ha visto tornare all’orario concordato ci ha chiamato. Solo in quel momento mi sono ricordato di aver visto un servizio al telegiornale su un alpinista morto, ed ho avuto paura».
La famiglia ha mobilitato i carabinieri mentre a Lecco proseguivano gli accertamenti per l’identificazione. «Al mattino dopo ci hanno mostrato uno zaino: l’ho subito riconosciuto, l’alpinista morto era mio fratello».
Straziante per Giuseppe la visione degli effetti personali di Teresio: «Il suo altimetro, il sacchetto in cui aveva messo i resti del pranzo per non sporcare la montagna e tutta la sua attrezzatura in perfetto ordine. Era preciso ed affidabile, aveva fatto anche una scalata in Kenya. Non lasciava nulla al caso, preparava ogni uscita con cura».
In attesa dell’autopsia
Al momento non sono ancora state chiarite le cause della caduta: «Ora aspettiamo che si concludano gli accertamenti autoptici» – annuncia Giovanni – «e che arrivi il via libera per i funerali».
Teresio era iscritto da molti anni alla sezione di Saronno del Club alpino italiano. La notizia della sua morte è stata accolta con dolore anche tra gli amanti della montagna della città degli amaretti. Cordoglio anche da parte di Lorenzo Guzzetti, sindaco di Uboldo.
Sara Giudici
m.delsordo
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