Oggi si chiude la settimana del Salone del Mobile. I riflettori si spengono su di una Milano caput mundi del design per una settimana. I sette giorni più effervescenti dell’anno durante i quali la metropoli lombarda e le città satelliti vivono a ritmo frenetico in una babele di lingue diverse.
È il periodo in cui ci si scorda della crisi per pensare solamente alla creatività, una ricchezza che nel settore del design rimane ancora in gran parte nostra.
L’idea geniale del Fuorisalone porta la firma tricolore e attira, in quel che era sino a pochi anni fa un’area di desolati capannoni abbandonati, i più bei nomi internazionali del settore.
Giusta quindi la decisione del sindaco Pisapia di prolungare questa ode all’ingegno per l’intera durata dell’Expo. La vera rivelazione di quest’anno si tinge di giallo. Il nuovo design viene dall’Oriente. E non solo dal punto di vista tecnologico.
La nostra logora Europa cede il passo a popoli che dopo avervi attinto a piene mani, assimilando i segreti del mestiere, dimostrano di avere le carte in regola. Vi è una certa qual freschezza, un’ingenuità che fa bene al nostro spirito stanco e torturato. Un design giovane, presentato con grazia e condito di sorrisi, probabilmente non sinceri eppur così riconfortanti a fronte degli osannati e consumati guru che per anni hanno fatto piazza pulita degli emergenti.
Quegli attempati signori di nero vestiti, con camicie alla coreana o maglie dolce vita di sartriana memoria, coloro davanti ai quali era d’uopo prosternarsi per richiedere interviste, oggi si trovano messi da parte, isolati nella torre d’avorio della loro professionale prosopopea. Sicuramente sorpresi di vedersi messi un po’ a latere a beneficio di una giovane leva colma di passione e di tanta, simpatica e benvenuta modestia.
Finita l’epoca dello star system alla Philippe Starck, oggi il design riflette l’epoca in cui siamo costretti a vivere, più povera, meno scintillante e decisamente eco-friendly. Noi firmiamo cucine che paiono navicelle spaziali, arredi da bagno che avrebbero fatto la gioia di Stanley Kubrick, mentre il design dagli occhi a mandorla propina simpatici robot destinati ad aiutarci e sofisticati utensili da cucina celati in allegre paperelle bio-degradabili. Forse una nuova era, un nuovo sole risorge a Levante…
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