Tremonti indagato per corruzione

Milano: per i pm 2,4 milioni versati sono una tangente mascherata da parcella. Lo studio perquisito per un’inchiesta sul riciclaggio che coinvolge Milanese

Con l’invio degli atti al Tribunale dei ministri, la Procura di Milano ha dato veste formale all’inchiesta nella quale Giulio Tremonti è accusato di corruzione per una presunta tangente di 2,4 milioni di euro che sarebbe stata versata, quando era ministro, da Finmeccanica per ottenere, nel maggio 2008, dopo un primo parere negativo, il via libera all’acquisizione del gruppo statunitense Drs, fornitore anche del Pentagono. Oltre all’allora numero uno del dicastero dell’Economia, risultano indagati anche il socio dello studio tributario da lui fondato,

Enrico Vitali, e l’ex presidente e l’ex direttore finanziario di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini e Alessandro Pansa.
L’indagine, coordinata da Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi – gli stessi pm che ieri hanno disposto la perquisizione dello studio «Tremonti, Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati» ma per un’altra inchiesta legata a un presunto riciclaggio di denaro di Marco Milanese – ha preso il via in seguito alle dichiarazioni rese nel 2010 al pm di Roma Paolo Ielo dall’ex consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola, il quale aveva associato il cambio di «rotta» e l’ok di Tremonti all’operazione Finmeccanica-Drs proprio alla parcella milionaria liquidata dalla holding di Stato allo studio dei soci dell’allora ministro per una consulenza fiscale. Parcella che, è l’ipotesi degli inquirenti milanesi, sarebbe servita a mascherare in realtà la tangente. L’ex inquilino di via XX Settembre, che come gli altri coindagati ieri, dopo la trasmissione del fascicolo al tribunale dei Ministri, dovrebbe aver ricevuto l’atto dal quale risulta sotto inchiesta, ha respinto gli addebiti: «Non ho mai chiesto o sollecitato nulla e in nessun modo da Finmeccanica. Anche per questo, come sempre, ho assoluta fiducia nella giustizia». «Ben prima di entrare nel governo, insediatosi venerdì 8 maggio 2008 – ha spiegato in una nota – mi sono cancellato dall’Ordine degli avvocati e sono uscito dallo studio in base ad atto notarile e perizia contabile. Ci sono rientrato solo nel 2012, un anno dopo la fine del governo, come prescrive la legge. Nel mentre ho interrotto tutti i rapporti con lo studio».
Ieri mattina, intanto, lo studio fiscale in pieno centro a Milano fondato dall’ex ministro è finito ancora nel mirino di inquirenti e investigatori.
I carabinieri infatti hanno perquisito gli uffici e notificato un’informazione di garanzia a Enrico Vitali e a un altro socio, Dario Romagnoli, accusati di riciclaggio del denaro di Marco Milanese, l’ex braccio destro di Tremonti.