Bologna, 6 ott. (TMNews) – Il carburante erogato col contagocce per le auto del 113 è soltanto la punta dell’iceberg. La crisi in polizia, a Bologna come in altre città italiane, è sinonimo di contratti di manutenzione degli ascensori in scadenza, impianti dell’aria condizionata o di riscaldamento fermi perché non collaudati, convenzioni con le imprese di pulizia scaduti, doppi turni per agenti che di giorno sono impegnati in servizi di controllo del territorio e di sera o nel fine settimana in ufficio per l’attività ordinaria. A denunciarlo a TMNews è Pietro Filippini, segretario provinciale di Silp Cgil Bologna.
“Da diversi anni viviamo in emergenza – spiega Filippini – e in particolare negli ultimi anni i tagli a livello centrale sono stati consistenti. Anche negli ultimi tre mesi del 2010 abbiamo usato i ‘buoni carburante’ per rifornire le auto e quest’anno la situazione si sta ripetendo”. Quei ticket che dovrebbero essere utilizzati soltanto per “servizi riservati” o per le trasferte, ora vengono impiegati anche per la normale attività delle pattuglie. “Una circolare di questi giorni –
continua – dà la priorità alle auto del 113 e spiega chiaramente che vetture di altre province di passaggio non possono rifornirsi presso nostre caserme. Non si può fermare il servizio da un giorno all’altro e il questore ci ha assicurato che per le emergenze le risorse verranno impiegate”, ma per l’attività ordinaria lo “stop” può essere imminente. E i problemi non sono solo legati al rifornimento delle auto. “Il contratto per la manutenzione degli ascensori – ricorda il sindacalista – scade fra qualche settimana e nessuno si prenderà la responsabilità di farle andare lo stesso. Le imprese di pulizia sono ridottissime, tra un po’ riusciranno soltanto a svuotare i cestini”.
“Negli ultimi 15 anni – aggiunge il referente del Silp – soltanto per il pronto intervento c’è stata una riduzione del 15% degli organici. Questo a fronte di una campagna elettorale, da parte della politica, improntata sulla sicurezza e sul controllo del territorio. Proprio in questi giorni si parla di intercettazioni, ma come si pensa di effettuare questi servizi se manca il personale e se non ci sono risorse per le apparecchiature? Da anni non ci sono nuovi arruolamenti e a Bologna l’età media è di 40 anni”. E il lavoro è tutt’altro che diminuito. “Il nostro personale – ricorda Filippini – è sempre più impegnato nella gestione dell’ordine pubblico, negli accompagnamenti per i continui rimpatri e per le operazioni ‘in piazza’… Il poliziotto di quartiere? In questa situazione è solo un miraggio”.
Pat/cro
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