Hanno capito l’esigenza delle neo-mamme di effettuare tutti gli acquisti in un unico negozio. E hanno compreso quella della loro azienda di aprirsi al private equity. E così dal loro punto vendita di Mornago hanno costruito una storia di successo.
La storia è quella dei coniugi Mirko Favari e Claudia Corniola e dei loro soci William Cariani e Alfredo Mancin, titolari della catena di negozi BimboStore. Ovvero 36 punti vendita sparsi per tutta Italia, 20 gestiti direttamente e 16 affidati tramite franchising.
«L’idea è nata grazie ad un’attenta osservazione dei clienti», spiega Favari, «dalla conoscenza e dall’ascolto di quelli che potevano essere i loro bisogni nascenti».
Qui, insieme alla moglie e ai suoi soci, ha capito che le mamme avevano bisogno di «soddisfare in un unico atto e in unico momento tutte le necessità legate agli acquisti per i propri figli».
Vuoi perché ancora in gravidanza faticavano a muoversi tra un negozio e l’altro, vuoi perché con un bimbo appena nato il tempo tra una poppata e la nanna non era sufficiente. Di qui l’idea di un punto vendita che coprisse a 360 gradi tutte le esigenze di chi è appena diventato, o sta per diventare genitore e del neonato.
Quella avuta dieci anni fa non è stata però l’unica intuizione vincente di Favari e soci. Nel 2009, infatti, hanno deciso di aprire la propria società ad un fondo di private equity, che ha garantito un’iniezione di liquidità all’azienda.
«Più che un’idea è stata un’esigenza», racconta, «il percorso di gestione familiare aveva raggiunto la sua maturità e il futuro passava per uno sviluppo più importante». Un percorso «naturale», insomma, «non difficile perché la società era già virtuosa da un punto di vista economico e strutturale».
Ci è voluto comunque un anno prima che venisse siglato l’accordo con Quadrivia sgr. Un percorso insolito per un’azienda italiana, più vicina alla mentalità degli startupper che a quella delle società mature. Ma che BimboStore non rinnega affatto.
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