MACCAGNO Tutti parlano di frontalieri. In pochi propongono soluzioni precise. Tematiche che emergono dal Pd, che venerdì sera a Maccagno organizzerà un incontro sul tema “Frontalieri, una risorsa per la comunità”.
Appuntamento alle 21 nella Sala Auditorium, dove interverranno Franco Narducci, eletto nella circoscrizione estero della Svizzera, il deputato di Varese Daniele Marantelli e il consigliere regionale Alessandro Alfieri.
A presentare la condizione dei lavoratori d’oltreconfine (venticinquemila nella provincia di Varese, mentre a livello nazionale negli ultimi tre mesi sono aumentati di 900 unità),
è il segretario del circolo Pd di Luino Stefano Bragnuolo, frontaliere di professione.
Che svela:«Soprattutto nell’area del Sottoceneri, ovvero da Mendrisio a Chiasso, è molto diffusa la pratica di pagare di meno i frontalieri». In poche parole le ditte private, specie nell’edilizia ma anche nell’industria specializzata, come fabbriche di orologi, tendono ad assumere lavoratori italiani, per pagarli di meno.
«Capita che sulla carta dichiarino la cifra normale – prosegue Bragnuolo – e poi costringano il lavoratore ad accettare, se vuole il lavoro, di essere pagato meno. Con la scusa che grazie al cambio il salario rimane comunque alto. Le autorità svizzere sono al corrente. Purtroppo, hanno sempre detto di non avere abbastanza personale per eseguire sufficienti controlli e verificare il trattamento dei lavoratori».
Accanto a questo, ci sono le altre questioni aperte, che riguardano la rinegoziazione dei patti bilaterali tra Italia e Svizzera. Il nodo cruciale sarà quello dei ristorni delle tasse che i lavoratori pagano su suolo elvetico e che devono essere trasferite ai Comuni di residenza.«Come si sa – continua Bragnuolo – dall’attuale 38% di ritorno dei contributi, la Svizzera vorrebbe passare al 12%. Non è accettabile, perché verrebbero a calare una serie di servizi».
Altra problematica è quella del fondo di disoccupazione, in mano all’Inps ma a rischio, secondo Marantelli. «Occorre tenere alta la guardia per evitare che cadano nei meandri dell’Inps» avverte. E ricorda che «l’interscambio tra i due Paese equivale a 29 miliardi di euro all’anno, con un guadagno per l’Italia di due miliardi».
Insomma, valorizzare i rapporti «a livello nazionale, perché oggi molti esperimenti, come quello della Regio Insubrica, anziché favorirli li hanno incrinati». Alfieri aggiunge: «A livello regionale c’è un tavolo con la controparte svizzera in cui teniamo buoni rapporti. E lo abbiamo sempre fatto tenendo la schiena dritta, senza cedere ai ricatti come è successo ad altre forze politiche».
s.bartolini
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