Roma taglia altri nove milioni a Varese

Batosta dalla legge di stabilità, in città il conto è da profondo rosso: «Devastante». Fontana: «Servizi essenziali a rischio, così dovrei dimettermi e anche andarmene»

La scure della legge di stabilità sui Comuni: «Devastante e insostenibile». Tra gli ennesimi tagli lineari e le nuove regole della contabilità pubblica, nel 2015 Varese rischia di avere 9,4 milioni di euro in meno sulla spesa corrente.
«Impensabile, i servizi essenziali sarebbero a rischio – annuncia il sindaco – non dovrei solo dimettermi, ma andar via dalla città, perché la gente si incazzerebbe di brutto».
Venerdì un vertice a Milano tra Anci Lombardia e Unione Province Lombarde ha certificato le conseguenze dei tagli lineari sugli enti locali, contenuti nella legge di stabilità presentata dal governo Renzi.

«I conti veri, non quelli taroccati del Governo, che non rappresentano la drammaticità della situazione» spiega il sindaco Attilio Fontana, che martedì sarà al tavolo del sindacato dei sindaci.
Il vero impatto della legge di stabilità, come fa notare il successore del borgomastro varesino alla guida di Anci Lombardia, il sindaco di Monza, «non è di 1,2 miliardi perché vanno aggiunte le manovre degli anni precedenti e il ricalcolo delle voci già contabilizzate, per le nuove norme sulla formazione dei bilanci».
Il totale arriverebbe così a quota 3,4 miliardi di euro per il comparto: Anci ribadirà la richiesta di girare ai Comuni tutto il gettito dell’Imu sugli immobili produttivi. Per la Città Giardino la stima fatta da Fontana sul bilancio 2015 è di «9,4 milioni in meno sulla parte corrente».

Una cifra enorme. «Se dovesse essere confermato un taglio di queste proporzioni, non solo dovrei dimettermi – ammette il sindaco di Varese – dovrei andarmene via dalla città, perché i cittadini s’incazzerebbero di brutto». Lo inseguirebbero con i forconi.
Un taglio di 9,4 milioni di euro sulla spesa corrente vorrebbe dire rinunciare a quasi il 10% del totale delle uscite di Palazzo Estense, visto che nell’ultimo bilancio i capitoli della spesa corrente ammontavano complessivamente ad oltre 98 milioni di euro.


Ad esempio nel 2014 la razionalizzazione delle spese dell’ente, senza toccare i servizi, aveva prodotto un milione e mezzo di risparmi: ovvio che una ulteriore sforbiciata di sette volte più significativa inciderebbe sulla “carne viva” delle competenze del Comune.
«Non ci sono risparmi o razionalizzazioni che tengano – ammette il sindaco Fontana – Negli ultimi anni abbiamo ridotto all’osso tutto quello che era possibile ridurre ed eliminato tutto il “grasso che cola”. È impensabile trovare 9,4 milioni, se non tagliando pesantemente i servizi. Se già oggi siamo costretti a non tagliare l’erba ai prati o a ridurre al minimo indispensabile certe manutenzioni, figuriamoci cosa dovremmo fare per sopportare una riduzione così importante di risorse».
Ai sindaci non rimane che sperare che il premier si ricordi qual era il lavoro che faceva prima di salire a Palazzo Chigi: «Non ci crede, ma i numeri parlano chiaro – abbiamo riunito appositamente un tavolo tecnico per far capire i nostri conti agli uomini di Renzi. Ora speriamo che si renda conto della situazione reale». Oltretutto, i tagli imposti a Province e Regioni finiranno per incidere anche sugli stessi Comuni: «Se la Lombardia avrà meno risorse, dovrà ridurre quello che fa oggi in termini di trasferimenti agli enti locali. Pensiamo solo al trasporto pubblico locale o all’assistenza sociale».
«Qui c’è il rischio concreto di distruggere quel minimo di coesione sociale che ancora resiste in questo Paese, e che fino ad oggi è stata garantita soprattutto grazie alla responsabilità di chi governa negli enti locali».