Bignasca attacca il Varesotto «Ceresio sporco, colpa vostra»

LAVENA PONTE TRESA Dai frontalieri al Lago Ceresio. Cambia fronte, ma non tono, la battaglia di Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi, nei confronti delle amministrazioni di confine. E nel mirino torna il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni, accusato dalla colonne del «Mattino online» di inquinare il bacino italo svizzero.

Un attacco come al solito colorito. «Mentre da parte svizzera per risanare le acque del Ceresio negli ultimi due decenni si sono spese centinaia di milioni di proprietà dei contribuenti luganesi e ticinesi, la Città di Lugano ci ha messo ben oltre 100 milioni tramite i vari consorzi di depurazione, e ancora di più ne ha messi il Cantone, da parte italiana si continua allegramente ad inquinare». «Nella zona – scrive Bignasca – di Porto Ceresio e di Lavena Ponte Tresa,

i nostri “vicini” continuano allegramente a far confluire le fogne nel lago». Ma non solo. «Perché – attacca Bignasca – dopo ogni forte pioggia ci si ritrova con i fondali tappezzati di carta igienica e melma. In effetti, i famigerati ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri avrebbero dovuto essere impiegati dai Comuni italiani beneficiari, per la realizzazione di infrastrutture. E tra le infrastrutture spiccano, ovviamente, le fognature. Invece, i ristorni sono stati utilizzati per toppare i buchi di gestione corrente. Un motivo in più per smettere di pagarli».

Accuse che il versante italiano respinge al mittente. Perché se da un lato è vero che a Porto Ceresio non sono mancati problemi di sversamento a lago, nei mesi scorsi, a Lavena Ponte Tresa la situazione «è decisamente efficiente». «Credo che le parole di Bignasca – spiega infatti il sindaco pontresino Pietro Roncoroni – si inseriscano nel solco di una campagna diffamatoria che prosegue ormai da mesi. Guardando i dati, invece, si scopre che il nostro sistema fognario è all’avanguardia, così come sono notevoli gli investimenti fatti e programmati sulla collettazione e sul depuratore».

I risultati sono stati certificati anche dall’Asl di Varese. Che, quest’anno, ha dato il via libera ai tuffi nell’area del lido del campeggio. «Una balneabilità ritrovata e certificata – chiarisce ancora il sindaco pontresino – che testimonia la bontà dei nostri investimenti nel settore della depurazione. Mentre nelle accuse continue che piovono su di me e i Comuni di confine non vedo altro che la solita faziosità. Nata con la crisi dei ristorni e che a quanto pare, prosegue ancora».

b.melazzini

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