La loro azienda si chiama Blm Domus: le tre lettere derivano dai loro nomi, Bevilacqua Luca e Marco, due fratelli di Tradate che hanno dato vita ad un progetto di abitazione il più innovativo possibile. «La casa passiva è ancora più avanzata del protocollo CasaClima – racconta Marco Bevilacqua – ed è di sicuro il modo di abitare di domani».
I fratelli Bevilacqua costruiscono strutture di legno dal 1986. Ma non vogliono fermarsi qui: «Si tratta di strutture leggere, con molti difetti dal punto di vista energetico. Abbiamo capito subito che la nostra aspirazione era fare altro, perché il futuro del settore punta per forza di cose verso il risparmio energetico». L’idea inizia a prendere forma negli anni ’90, quando l’Italia recepisce le normative europee sul risparmio energetico in edilizia, e finalmente nel 2005 per i fratelli arriva l’occasione: «Una serie di corsi per certificatori CasaClima. Li abbiamo seguiti, ci siamo specializzati, ma abbiamo capito di voler andare più in là».
Per questo i fratelli decidono di specializzarsi nella costruzione delle «case passive»: corrispondono ai criteri più stringenti del protocollo CasaClima, fatte per la maggior parte di legno, con criteri molto diversi da quelli usuali. «Nonostante la crisi dell’edilizia – racconta Marco – la richiesta di questo tipo di case tiene. Perché sono un vero investimento per il futuro, e non solo nel senso del portafogli, ma soprattutto dal punto di vista energetico e ambientale». La particolarità della casa passiva è la capacità di mantenere un microclima interno il più possibile confortevole e costante,
azzerando o quasi le dispersioni di calore pur non rinunciando ad un ricambio d’aria continuo. Oltre, ovviamente, ad aver installato tutti i tipi possibili di impianti ad energia rinnovabile, dal fotovoltaico al solare termico, passando per materiali d’avanguardia come i tripli vetri, per contenere la dispersione di calore. Ma la prima caratteristica deve essere l’armonizzazione dei componenti, che lavorano in sinergia per ottenere il risultato.
«Ci chiedono di costruire case di questo tipo anche fuori dal territorio – racconta Marco – ma noi cerchiamo di rimanere in zona, spostandoci poco fuori provincia. Perché uno dei nostri obiettivi è quello di far funzionare l’economia del territorio, dando lavoro ai bravi artigiani che qui abbondano: dagli elettricisti agli idraulici, se ci capita di doverci spostare dalla provincia di Varese cerchiamo manodopera locale. L’edilizia, soprattutto quella del futuro, secondo noi deve crescere sul territorio, con professionisti del settore sempre più sensibili e formati».
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