«Con le croci celtiche alzano il tiro E ora le istituzioni devono reagire»

Sabato il blitz della comunità dei dodici raggi al Sacrario di Duno: esplode la polemica. L’Osservatorio democratico lancia l’allarme: «Sono simboli del nazionalsocialismo»

«Le croci piantate al sacrario del san Martino simboleggiano la runa algiz e non la croce celtica. L’Algiz simboleggia la “Protezione” fu adottata dalla Società SS Lebensborn, luoghi destinati all’accoglimento delle madri non sposate dei figli delle SS. L’Algiz rovesciata fu usata come simbolo di “morte” (Toten-rune), fu usata nelle tombe delle SS, insieme con Algiz (Leben-rune) per indicare la data di nascita e di morte».

Così, l’Osservatorio Democratico spiega la simbologia di quanto messo in campo il giorno della commemorazione ai caduti dalla Comunità Militante dei Dodici Raggi al Sacrario del San Martino.
I militanti neofascisti, a differenza dello scorso anno dove avevano commemorato i propri caduti con una corona d’alloro e striscioni, lo scorso sabato hanno piantato nel terreno duecento rune in legno: una prima runa, posizionata davanti alle altre ha i due bracci orizzontali rivolti verso l’alto, le restanti hanno i bracci in legno orizzontali che guardano verso il basso.


«Al posizionamento delle rune si aggiunge la svastica, aggiunta al fascio littorio, usata sia sulla runa che sul manifesto che i dodici raggi hanno divulgato: un continuo uso di simboli e l’esecuzione di ricorrenze dei regimi dittatoriali del ventennio». Quest’anno, gli skins varesini hanno alzato il tiro: non più solo striscioni, ma l’utilizzo di una simbologia che di certo non poteva passare inosservata. «Quelli usati dai Do.ra. sono i simboli del movimento nazionalsocialista: i militanti stanno continuando nel loro percorso, per altro annunciato, di realizzazione di una nuova comunità nazional socialista».


La “rivendicazione” del gesto è arrivata dalla pagina Facebook de “Il Manipolo d’avanguardia” di Bergamo dove sono state pubblicate le foto scattate dagli aderenti a Do.Ra. al San Martino. «Come già spiegato da noi in precedenza – continuano dall’Osservatorio – i dodici raggi sono senza pagina Facebook dal 24 agosto scorso, anche se esiste attiva la pagina della biblioteca della comunità “lascelta diOdin”».
Ma l’Osservatorio Democratica questa volta non ci sta e chiede una presa di posizione netta da parte di istituzioni e forze dell’ordine. «La collettività non può più assistere inerte ai continui episodi e accorgersi di questa comunità solo da fatti di cronaca, per questo chiediamo un intervento da parte delle autorità e un intervento da parte delle forze democratiche».