I «Google Glass», gli occhiali realizzati dal colosso di Mountain View, sono il desiderio di molti. Per ora hanno potuto provarli in pochissimi, e tra questi ci sono i chirurghi dell’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano).
Per la prima volta in Italia gli esperti potranno, durante un intervento chirurgico, visualizzare informazioni relative al paziente e utilizzare comandi vocali, ad esempio per scattare foto, senza dover lasciare il bisturi un solo secondo. Un annuncio proprio mentre arriva la notizia che il gruppo degli Explorer, gli «addetti ai lavori» che stanno sperimentando i «Google Glass», si è ampliato ancora un po’: la vendita aperta a tutti, ma solo negli Stati Uniti e solo nella giornata di ieri e per un numero limitato di pezzi, a quanto pare è andata bene visto che Google ha fatto sapere che in poche ore uno dei modelli (il «cotton», quello bianco) è andato a ruba, registrando il sold out. Gli occhiali-pc erano in vendita a 1.500 dollari.
Come spiega l’istituto Humanitas – la struttura che ha presentato l’arrivo dell’atteso dispositivo – «ciò che solo il medico vede mentre opera in sala da oggi è visibile a tutti grazie ai Google Glass». Da una parte gli specialisti che assistono all’intervento in diretta in una sala training, dall’altra il chirurgo che opera e trasmette quello che osserva grazie a questi super-occhiali. «Avere il punto di vista del medico impegnato in un delicato intervento chirurgico – spiega Patrizia Presbitero, responsabile dell’Emodinamica e della Cardiologia interventistica all’Humanitas, che ha già testato i Glass come strumento di formazione durante un corso di emodinamica – ma anche soffermarsi sui movimenti delle sue mani ed osservare quello che gli sta intorno in sala operatoria, un’importante finalità didattica e formativa. I Glass sono uno strumento agile da indossare e non disturbano, perché lo schermo è laterale e permette di concentrarsi sul paziente».
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