Scaramucce, c’è chi userebbe questo termine per commentare l’allungarsi dei tempi dell’accordo tra Etihad e Alitalia.
Ieri “Il Messaggero”, quotidiano romano, ha riportato di una trattativa congelata: la compagnia di Abu Dhabi avrebbe comunicato agli italiani che non esisterebbero – almeno per il momento – le condizioni tecniche e quelle politiche per far decollare l’alleanza.
I paletti posti dal vettore aereo del Golfo non avrebbero ricevuto le necessarie garanzie né sul fronte delle rotte da Linate (da aumentare), dei collegamenti con l’Alta Velocità per Fiumicino e delle limitazioni dei benefici all’indirizzo delle low cost; né circa gli esuberi (tagli strutturali di tremila posti di lavoro almeno).
Inoltre l’abbattimento dei debiti da parte delle banche, rimarrebbe un altro punto di domanda. Subito in mattinata, il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni ha, invece, reso noto: «Ho sentito il ministro Lupi, a lui non risulta rottura nella trattativa tra Alitalia ed Etihad».
E nel pomeriggio, ci ha pensato lo stesso ministro ai Trasporti a fugare i dubbi: «Siamo alla fase finale. Se le risposte convinceranno Etihad si procederà con la lettera di intenti. È fondamentale che ognuno faccia la propria parte».
Nessun intoppo, non almeno da far pensare a un cambio di fronte della compagnia nazionale degli Emirati Arabi Uniti che nel primo trimestre del 2014 ha registrato la migliore performance mai avuta per lo stesso periodo, sia nel trasporto passeggeri, sia in quello cargo, con un fatturato di 1,4 miliardi di dollari durante i primi tre mesi e un incremento del 27% rispetto allo stesso periodo del 2013. Numeri da far girare la testa.
«La settimana scorsa l’amministratore delegato di Etihad è venuto da me e dal presidente del Consiglio e ci ha illustrato un piano che abbiamo condiviso come linea di massima», ha detto Lupi.
«Ci sono poi questioni di trattative tra privati su cui il Governo non può e non vuole intervenire, come gli accordi societari e le garanzie». Alla “sua” Lombardia che guarda con trepidazione all’accordo Etihad Alitalia, potenzialmente fatale per Malpensa se Linate si potesse spingere ancora di più verso città medio – grandi , Lupi ha voluto fornire rassicurazioni: «Non è prevista la penalizzazione di Malpensa e del sistema aeroportuale italiano».
Facile a dirsi, ma il territorio è in cerca di punti fermi e certezze e un’eventuale applicazione estensiva del decreto Bersani bis che regolamenta (sulla carta) l’operatività di Linate, sarebbe visto solo come un pugnalata ferale nei confronti di Malpensa.
«Il piano industriale che abbiamo visto prevede lo sviluppo anche di Malpensa e non solo come cargo» ha ribadito il ministro al suo arrivo al convegno di Ncd. Stiano, inoltre, tranquilli gli arabi è parso voler dire Maurizio Lupi che, riguardo al piano nazionale degli aeroporti «prevede già un collegamento ad alta velocità dagli scali di Fiumicino, Malpensa e Venezia».
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