Si cambia campionato. Ma «Malpensa sta decollando e non può essere fermata nella sua crescita»: il presidente Sea Pietro Modiano lo dice con convinzione e orgoglio.
«La nostra non è una battaglia di difesa, ma per un’infrastruttura importante nel futuro del Paese. Non siamo più nella Champions League degli aeroporti hub, ma giochiamo in Europa League la partita degli scali più importanti d’Europa point to point. Non si tratta di un declino, semplicemente di un’altra storia».
Ieri, al termine dell’assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2013, Modiano diventa un fiume in piena a sostegno dell’aeroporto della brughiera. E lo fa con dati alla mano che raccontano la nuova storia di Malpensa: non più hub (su 17,8 milioni di passeggeri nel 2013 soltanto 240 mila erano passeggeri in transito, quelli che attesterebbero lo status di hub); piuttosto grande aeroporto intercontinentale che ha saputo recuperare gran parte degli 11,4 milioni di viaggiatori che la sola Alitalia forniva alla brughiera nel 2007 (tra transiti e originanti).
Persi quei passeggeri, sono state altre compagnie a consentire allo scalo di risalire la china e il presidente Sea lo rimarca con vanto: «La capacità di reazione di Sea, io non c’ero – ricorda – è stata evidente e in un periodo di recessione estrema è riuscita a far comunque crescere Malpensa che non solo è in grado di reggersi sulle proprie gambe, ma sta anche intercettando l’avvio della ripresa».
Nessuna battaglia di difesa, dunque. Pietro Modiano lo dice e lo ribadisce con numeri e grafici. Sulle top 30 destinazioni mondiali business extra Ue, Malpensa consente di raggiungerne 16 ed è seconda soltanto a Zurigo. Un network di qualità, con un numero di compagnie aeree cresciuto da 75 nel 2007 a 90 nel 2013 (+20%) e un numero di frequenze settimanali internazionali passato da 1.390 nel 2009 a 1.460 nel 2014 con incrementi significativi sulle aree extra Ue. Gli stessi dati di aprile mostrano Malpensa in crescita (+7,9% passeggeri, +10,9% cargo).
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