I benefici del Ttip E l’incognita Cina

Questa settimana la parola è inglese: Transatlantic Trade and Investments Partnership, se ne è parlato in settimana in un convengo organizzato da Univa alla presenza del Console americano in Italia, Kyle R. Scott. Nella pratica si tratta di un accordo transatlantico per il commercio e gli investimenti che è in corso di negoziato tra Usa e Ue.

Il suo obiettivo è quello di rimuovere le barriere commerciali in una vasta gamma di settori economici per facilitare l’acquisto e la vendita di beni e servizi tra Europa e Stati Uniti. La novità di questo accordo, altri se ne sono visti e fatti in passato, non sta tanto nella volontà di ridurre dazi e oneri sulle merci scambiate tra le due aree (che pur ci saranno), ma nell’eliminare la parte burocratica che ostacola il commercio. Eliminando o uniformando le differenze nei regolamenti tecnici, nelle norme e nelle procedure di omologazione, i rapporti economici tra le due aree dovrebbero fluidificarsi.

Spesso questi cavilli di natura amministrativa, infatti, rappresentano un aggravio inutile per le società che vogliono vendere i loro prodotti su entrambi i mercati. Per esempio, quando un’auto è omologata in Europa, ha bisogno di un’ulteriore procedura di approvazione negli Usa, nonostante le norme sulla sicurezza siano simili. Secondo una stima Ue, questo accordo potrebbe portare ad un beneficio di oltre 120 miliardi di euro per l’area Euro e di circa 90 miliardi di euro per gli States.

È evidente, però, che questo accordo va ben oltre gli aspetti tecnici ed economici ma assume anche un significato a più largo spettro e di natura strategica. Ovvero, lo scacchiere economico internazionale, Occidente contro Oriente. La cavalcata della Cina verso il primo posto come superpotenza mondiale attanaglia gli americani, che per tradizione e cultura sono più vicini agli Europei e viceversa. Logico e giustificato che le due aree tentino di contrastare la crescente egemonia orientale. Tuttavia, nella scelta su da che parte stare (che ancora una volta ci viene imposta dall’alto) non è possibile non pensare agli aspetti negativi della questione. I cinesi e le economie orientali staranno a guardare o prenderanno delle contromosse? Facile una risposta.

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