Palermo, 6 ott. (TMNews) – La sentenza emessa ieri sera dalla Corte di Cassazione scrive la parola fine su una vicenda che per molto tempo ha destato, e ancora certamente desterà, l’interesse di media e opinione pubblica: il misterioso tesoro dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino. Miliardi di lire prima, milioni di euro dopo, accumulati da “don Vito” nel corso della sua carriera di amministratore pubblico al servizio dei corleonesi di Totò Riina, elemento attivo in quel processo di urbanizzazione selvaggia che a cavallo degli anni ’60 e ’70 prese il nome di “sacco di Palermo”.
La riduzione della pena, scesa da 3 anni e 4 mesi a 2 anni e 8 mesi, decisa dalla Seconda Sezione penale per Massimo Ciancimino conferma che sì, ci fu riciclaggio di denaro; e allo stesso tempo mantiene attiva la “megaconfisca” da 60 milioni di euro, che sarebbero solo una parte dell’ingente patrimonio di famiglia. Società, proventi derivanti dalla cessione di aziende del gas, yacht, appartamenti, e persino una Ferrari fiammante per il momento resteranno sotto l’egida
dell’autorità giudiziaria. Ciancimino, comunque, non finirà dietro le sbarre,
La stessa sorte, con una riduzione di pena passata stavolta da 5 anni a 2 anni e 8 mesi, è toccata all’altro coimputato Gianni Lapis, tributarista considerato a tutti gli effetti il prestanome dei Ciancimino. Proprio Lapis, infatti, è da attribuire il ruolo chiave nell’opera di riciclaggio. Secondo i giudici, fu lui a versare su un conto svizzero gestito dall’avvocato Giorgio Ghiron, i proventi della cessione delle quote delle società del Gas riconducibili ai Ciancimino, e di cui era fittiziamente intestatario.
E’ andata meglio invece alla madre di Massimo Ciancimino, Epifania Scardino, che in virtù della prescrizione del reato di intestazione fittizia dei beni, subentrata anche per il figlio e per il tributarista Lapis, e che per questo non andranno in cella, è stata di fatto prosciolta dalla Suprema corte, dopo che in appello era stata condannata ad un anno.
La notizia della condanna definitiva, comunicata dal collegio difensivo composto dagli avvocati Francesca Russo, Roberto D’Agostino ed Enzo Musco, ha raggiunto Ciancimino jr mentre si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di detenzione di esplosivo e calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro.
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