Quote latte, l’Europa torna alla carica e pretende il pagamento delle multe. A Varese «pochi casi» di allevatori a rischio stangata, ma il settore teme la prossima liberalizzazione del mercato: «Potrebbe essere la mazzata definitiva. A quel punto torneremo a bloccare il Brennero».
La commissione europea di Bruxelles ha infatti annunciato ieri che Roma ha recuperato meno della metà delle multe comminate agli allevatori che avevano sforato le quote assegnate al nostro Paese dal 1995 al 2009: ci sono ancora ben 1,39 miliardi di euro da riscuotere.
E in provincia di Varese cosa succederà? «Si tratta solo di pochi casi, pochi irriducibili – fa sapere il presidente di Coldiretti Fernando Fiori – La nostra posizione è sempre stata chiara e ferma su questo tema: chi è stato in regola e ha sempre rispettato la legge, pagando le multe e acquistando le quote, non deve essere penalizzato a favore di chi non era in regola». Sarebbero al massimo una decina le aziende ancora in arretrato con le sanzioni del periodo su cui ha acceso i riflettori l’Europa.
«Non sono i nostri allevatori che hanno fatto i furbi con le quote latte – afferma Maffeo Minelli, presidente del Consorzio degli allevatori varesini e già numero uno dell’Associazione provinciale degli allevatori – Il problema delle multe tocca poche aziende nel nostro territorio, alcune delle quali hanno già fatto dei piani di rientro per mettersi a posto. Ma questa vicenda non è mai stata gestita bene dai vari governi che si sono succeduti».
Problema limitato e circoscritto, sì, ma il settore teme fortemente il nuovo corso del dopo-quote, visto che il sistema introdotto negli anni ’80 verrà superato tra meno di un anno, dal 1° aprile del 2015.
«Da qualche anno, con le aziende che chiudono, ovviamente le quote non si “splafonano” più – sottolinea Fiori – ma una regolamentazione ci vuole, non si può pensare di passare tout court dal sistema delle quote latte alla liberalizzazione assoluta. Anche se facciamo tutti parte dell’Unione Europea, ci sono ancora sistemi produttivi troppo diversi per poter introdurre il mercato libero».
Le associazioni si faranno sentire, per evitare quella che potrebbe essere la mazzata definitiva sul segmento dei produttori di latte.
«In questo momento il mercato è difficile da leggere, ma quel che è certo è che non possiamo sostenere una liberalizzazione completa – rimarca il leader di Apa – Vorrà dire che torneremo a bloccare il Brennero con i nostri prodotti, se non ci ascolteranno».
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