Salute/ Allarme Oms per cellulari, Ue minimizza: Nessuna prova

Bruxelles, 1 giu. (TMNews) – La Commissione europea prende nota del rapporto dell’Oms sul potenziale rischio cancerogeno dei cellulari, e ne minimizza la portata, sottolineando che le conclusioni dello studio non individuano un nesso causale fra l’uso dei telefoni mobili e il cancro, e considerano che sono necessarie ulteriori ricerche. Questa, in sintesi, la posizione espressa oggi a Bruxelles da fonti qualificate dell’Esecutivo Ue, in reazione all’allarme suscitato dalla pubblicazione del rapporto.

La Commissione, sottolineano le fonti, ha finanziato diversi progetti di ricerca sugli effetti sanitari dell’esposizione alle onde elettromagnetiche, tre dei quali sono ancora in corso, senza che in nessun caso sia stato identificato aumento del rischio cancerogeno nelle persone. Il progetto Interphone, ad esempio, riguardava tre tipi di tumore, ed è stato condotto in 13 paesi e coordinato dalla stessa Oms. Lo studio, osservano le fonti della Commissione “non ha osservato un aumento del rischio legato alll’uso regolare dei cellulari”, ma “ha concluso che i rischi associati a un uso massiccio prolungato richiede ulteriori ricerche”.

Nel settimo Programma quadro europeo di ricerca, tuttora in corso di esecuzione, sono da segnalare in particolare i progetti Moby- Kids e Seawind, finanziati dalla Commissione rispettivamente con 3,5 milioni di euro (su 5,7 milioni complessivi) e con 3 milioni di euro. Moby-Kids, che è iniziato nel 2009 e durerà 60 mesi, riguarda l’esposizione ai campi elettromagnetici e alle radiofrequenze dei telefonini e la possibile incidenza su 1.900 casi di tumore, sia beningi che maligni, osservati in bambini e ragazzi dai 10 ai 24 anni in 11 paesi. Il progetto Seawind mira a valutare l’impatto sulla salute dell’esposizione quotidiana alle onde eletromagnetiche di un’area in cui è installato un impianto Wi-Fi per la connessione a Internet senza fili, sia per usi domestici che industriali.

L’Ue ha adottato nel 1999 una ‘Raccomandazione’ che presenta un quadro comune per la limitazione dell’esposizione del pubblico alla onde elettromagnetiche, e che è sottoposta periodicamente a revisione da parte della Commissione, che si affida al lavoro del ‘Comitato scientifico indipendente, sui rischi emergenti e recentemente individuati’ (Scenihr) Nella sua ultima valutazione, nel 2009, il comitato Scenihr ha osservato che è improbabile che l’esposizione ai campi di radiofrequenze conduca a un aumento dei tumori nell’uomo. Tuttavia, il comitato scientifico concludeva che, siccome la diffusa esposizione delle persone alle radiofrequenze emanate dai cellulari è più breve del tempo di incubazione di alcuni tipi di cancro, sono necessari nuovi studi per verificare se sul lungo termine (ben oltre i 10 anni) possa esserci qualche rischio.

La Commissione europea sottolinea che non sono stati riscontrati effetti delle radio frequenze sulla riproduzione e lo sviluppo, umano o animale, e neanche sulla funzionalità del sistema nervoso umano, in particolare sulle funzioni cognitive e sensoriali, sulla stabilità strutturale e sulla risposta cellulare. Ci sono invece prove di un’influenza sul sonno e sui tracciati delle elettro encefalografie, ma non è chiaro attraverso quale meccanismo si producano questi effetti, e se abbiano una rilevanza sanitaria. Anche in questo caso, insomma, occorrono ulteriori ricerche, conclude l’Esecutivo comunitario.

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