Annegato nel lago di Varese In patria aveva due bambini

GAVIRATE Il lago è traditore. Prima ti abbraccia con la freschezza delle sue acque. E poi, appena gli dai un po’ di confidenza, ti stringe in una stretta mortale, e ti porta giù, nel profondo.

Alle 15.50 di ieri i sommozzatori dei vigili di fuoco di Milano, trasportati da Malpensa in elicottero, hanno recuperato il corpo senza vita di Jilie Butnariu. Di nazionalità rumena, ma residente a Tradate, è annegato nel lago di Varese. A luglio aveva compiuto 45 anni, in patria lascia moglie e due figli.

Insieme ad altri familiari, era giunto al Riale del Boschetto, la spiaggetta che, da via Verdi, si raggiunge attraverso una stradicciola sterrata: è quella che si trova praticamente di fronte al Chiostro di Voltorre. Uomini, donne e bimbi: tutti insieme, dovevano passare una domenica di svago spensierato.

Hanno allestito un pic-nic a un passo dal lago. Dopo aver mangiato, Jilie, il fratello Julian e il cognato si sono dedicati alla loro passione: la pesca. Hanno regolare licenza e altre volte avevano raggiunto Gavirate per mettere alla prova le loro lenze. Erano da poco passate le 13.30. Il caldo torrido non dava tregua. Jilie forse ha deciso che non ce la faceva più, a sopportare l’afa. E si è gettato in acqua, iniziando a nuotare. Il cognato, che pescava poco distante, separato da una cortina di canne, ha sentito il rumore del tuffo. E poco dopo ha visto Butnariu sbracciarsi in difficoltà. Allarmato, ha avvertito Julian.

Loro non sono grandi nuotatori. Ma visto che c’era una vita da salvare non ci hanno pensato due volte e si sono tuffati a loro volta. Con la forza della disperazione, hanno raggiunto Jilie. E lo hanno persino afferrato. Ma lui era troppo pesante e, con i suoi movimenti inconsulti, ha rischiato di portare a fondo anche i suoi soccorritori. «Mi è scivolato dalle mani», piangeva il fratello sulla spiaggia, quando ormai non c’era più niente da fare.

Come ultimo, estremo tentativo, dalla riva hanno lanciato a Jilie persino un pallone: la speranza era che, con le ultime forze, riuscisse ad afferrarlo e a tenersi a galla un po’, giusto il tempo per tentare un nuovo salvataggio. Ma purtroppo non c’è stato niente da fare.

e.marletta

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