Giovanni Brugnoli nel consiglio direttivo di Confindustria dalla prossima riunione, in programma il 23 luglio.
Il presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese è stato chiamato dal presidente Giorgio Squinzi a far parte del più alto organo di governo di Confindustria. E se il contributo dell’associazione degli industriali varesini non è nuovo (Paolo Lamberti, Marino Vago, Michele Graglia, tutti ex presidenti Univa, hanno fatto parte del direttivo), è certo che Giovanni Brugnoli saprà portare ancora altri stimoli.
«È una grande soddisfazione, a titolo personale e quale espressione del nostro territorio, che è una voce importante in Italia», commenta Brugnoli.
Le 1.251 le aziende associate e i 66.752 addetti collocano Univa al settimo posto nell’assemblea di Confindustria. Ora la chiamata di Brugnoli rinsalda il valore di un territorio dalla forte vocazione manifatturiera.
Il presidente richiama il “Club dei 15” e «l’importanza dell’export, che ha reso grandi le nostri imprese aiutandole a reggere il colpo di una crisi di cui si stenta a vedere la fine».
L’ingresso di un varesino nel direttivo di Confindustria è «un premio e un riconoscimento all’imprenditoria varesina, sempre attiva in Confindustria, con past president che hanno dato lustro e voce al nostro territorio. È un piacere che ci chiamino in causa anche stavolta».
I fronti caldi non mancano, a cominciare dalla frenata industriale ad alti livelli che non pareva nemmeno più possibile. «L’uscita dalla crisi si allunga, ma siamo fiduciosi – afferma Brugnoli – Abbiamo asset strategici nella manifattura e restiamo il secondo Paese dell’Unione europea, dopo la Germania, con una simile base consolidata. Dobbiamo valorizzare i nostri asset. Ricordiamo che pochi altri Paesi hanno una classe imprenditoriale come la nostra. La nostra industria ultracentenaria è motivo d’orgoglio: un’industria che ha saputo rinnovarsi ogni volta, con sacrificio».
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