VARESE – Graffiti e tag, il Comune stanzia 25 mila euro per cancellarli dalle abitazioni.
L’entità del contributo concesso dal bando è pari al 50 per cento della spesa totale dell’intervento, e comunque fino a un massimo di 500 euro.
Tutti i dettagli si trovano nel “Bando pubblico per l’assegnazione di contributi finalizzati ad agevolare interventi da parte di proprietari di immobili prospicienti spazi pubblici danneggiati da graffiti e scritte” consultabile sul sito www.comune.varese.it.
In più, il Comune ha messo sul tavolo altri 20mila euro per pulire gli edifici pubblici, che sono scarabocchiati un po’ ovunque, dai sottopassi delle stazioni a corso Matteotti, passando per vicolo Canonichetta per arrivare alle periferie. «Si partirà da piazza Ragazzi del ’99, dove la spesa sarà di circa sei mila euro – ha detto , assessore alla Tutela Ambientale – Un altro punto su cui potremmo agire, visto che presto vi sarà l’intera
riqualificazione, è piazza De Salvo. Gli altri fondi saranno stanziati sulla base delle priorità».
Entro la fine di febbraio sarà pronto il censimento delle aree più colpite e degradate. Collaborano alla creazione di questa banca dati la polizia locale, le Gev e i SalvaCittà (con un contributo di duemila euro). Santinon è cosciente che 500 euro non sono molti se confrontati con le spese ingenti che gli interventi di pulizia richiedono. Da una nostra stima, infatti, risulta che il costo della pulizia di un graffito sia di circa 50 euro a metro quadrato, ma le spese lievitano se si deve intervenire su una superficie particolare.
«Si tratta di un bando di tipo sperimentale che abbiamo emanato prendendo spunto da Pavia – dice Santinon – So che non ci sono in gioco grosse cifre, ma il mio auspicio è che la somma venga utilizzata completamente, in modo da organizzare altri bandi».
E le sorprese non sono finite. «Per fare in modo che i graffiti non vengano subito rifatti, sui muri appena puliti metteremo alcuni cartelloni, nei quali saranno gli stessi giovani, con le loro parole, a lanciare messaggi del tipo “sporcare non è corretto”».
A tali cartelloni, che potremmo definire di “pubblicità progresso”, si aggiungeranno più telecamere. Quindi più controllo. Una bella notizia che arriva all’indomani dell’attentato che ha vandalizzato le vetrine dei negozi di tutto il centro e che, per ora, ha lasciato ancora impunito il responsabile: non ci sarebbero infatti novità sul fronte delle indagini che continuano a spron battuto per dare un nome al colpevole (o ai colpevoli).
L’assessore ha anche espresso la volontà del Comune di formalizzare un “Regolamento del volontariato al servizio del Comune”, nel quale si definirà anche l’apporto che le associazioni possono dare al decoro della città. Ad oggi, infatti, per pulire edifici privati serve una liberatoria. Per i pubblici vincolati, il parere della Soprintendenza.
Paradossalmente, qualora si volesse organizzare una giornata di pulizia della città, i volontari potrebbero rimettere a nuovo solo i bagni pubblici e qualche lavatoio.
E se un privato decidesse di arrendersi, tenersi il muro sporco, e fare finta di nulla?
Impossibile. Una volta eseguito il censimento dei graffiti, i proprietari dei muri imbrattati riceveranno una lettera del Comune con l’invito a pulire.
Se dopo il tempo reputato idoneo per lo svolgimento dell’intervento – che varia a seconda di un condomino o una casa singola – e i successivi richiami, il privato non avrà pulito, allora sarà il comune a rimettere a nuovo la facciata. Ma il privato dovrà pagare il conto, insieme a una sanzione.