Per sei mesi aveva picchiato, minacciato ed estorto i soldi della pensione alla fidanzata, una giovane invalida di 25 anni di Busto Arsizio. Ma nelle ultime ore l’uomo, Petrit Shullani, sul quale gravava una condanna a 4 anni e mezzo di reclusione, è stato rintracciato dalla Polizia di Stato di Bari.
È finito in manette mentre stava scendendo dalla motonave proveniente da Durazzo, in Albania. I fatti risalgono al 2008 quando a Busto Arsizio, gli agenti del commissariato di Busto lo arrestarono in flagranza dando seguito alle pesanti accuse, confermate poi in sede processuale, raccolte dagli investigatori: estorsione, sequestro di persona, violenza sessuale, circonvenzione di incapace e lesioni personali.
Nel mese di aprile del 2008 si era presentata in Commissariato in via Candiani una ragazza italiana, venticinquenne, che aveva denunciato di essere stata picchiata per tutto il giorno dallo Shullani, con il quale intratteneva una relazione sentimentale.
Un amore “malato”, che si era trasformato presto in una prigione fatta di violenze continue, fisiche e psicologiche, maltrattamenti e minacce. Ma con il trascorrere del tempo la situazione era persino peggiorata visto che, secondo la ricostruzione investigativa basata sulla testimonianza della giovane invalida, era costretta a versare all’albanese la pensione, il libretto postale con i risparmi, telefoni cellulari e monili.
Era completamente soggiogata dallo straniero che all’epoca dei fatti occupava un appartamento in via Foscolo: era stata dapprima indotta con l’inganno e poi costretta con violenze fisiche e gravi minacce. Una situazione pesantissima, un incubo dal quale era uscita solo grazie all’intervento dei poliziotti. Ma solo nelle ultime ore, con la sua cattura, la ragazza ha potuto tirare il sospiro di sollievo.
Sì perché il quadro di violenza e di umiliazioni era estremo: secondo la ricostruzione degli agenti, in alcune occasioni l’albanese l’aveva rinchiusa nel suo appartamento trattenendola con la forza, costringendola con calci e bastonate a svolgere per lui le faccende domestiche e a sottostare alle sue pretese di rapporti sessuali, il tutto anche in presenza di suoi connazionali.
Dopo un periodo trascorso in carcere e agli arresti domiciliari e prima che intervenisse la condanna definitiva, l’albanese si era allontanato e aveva fatto perdere le sue tracce, tornando in patria. Ma venerdì i poliziotti di Bari, durante un controllo, lo hanno incastrato e lo hanno subito trasferito in carcere dove sconterà la sua pena.
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