Telecamere per spiare i prof Bufera al Keynes di Gazzada

Quattro occhi elettronici filmavano i docenti nelle sale e nei corridoi di passaggio. Indagato un funzionario pubblico, che si difende: «Cercavo gli autori di alcuni furti»

– Terremoto all’Isis Keynes: telecamere nascoste per spiare i professori. Indagato un funzionario amministrativo. L’indagine coordinata dal pubblico ministero è portata sul campo dalla Digos della questura di Varese ha fatto scattare la denuncia per il funzionario per ora indagato per violazione delle leggi sulla privacy dei lavoratori.

Una vicenda incredibile quella portata alla luce dalla polizia di Stato di Varese. Il funzionario avrebbe fatto installare segretamente con una spesa di quattromila euro circa quattro telecamere. Il conto sarebbe stato pagato con i soldi pubblici: ora il funzionario rischia anche una denuncia per peculato. Quattro telecamere segrete, si diceva, posizionate in luoghi strategici. La prima, l’unica anche dotata di audio, era nascosta nell’ufficio del funzionario stesso che in questo modo filmava e registrava i colloqui con i docenti.

Le altre tre erano state disseminate in luoghi frequentati dai professori: sala docenti, sala ricevimento genitori, corridoi di passaggio. L’impianto era collegato a un personal computer. Un Pc utilizzato dal funzionario stesso oggi finito sotto sequestro. Sul computer arrivavano immagini e dialoghi. In sintesi per l’autorità giudiziaria il funzionario, tra l’altro già arrestato negli anni novanta in seno all’inchiesta per Tangentopoli quando era funzionario provinciale, spiava i colleghi.
Il perché resta un mistero. Ne voleva controllare il rendimento? Voleva valutarne la correttezza? In effetti una delle telecamere nascoste sul soffitto tra i tubi di riscaldamento e aria condizionata puntava dritta sulla zona di timbro dei cartellini di ingresso e uscita dal lavoro dei dipendenti.
L’inchiesta della Digos è partita da una segnalazione anonima. Qualcuno avrebbe notato quelle telecamere. E si sarebbe rivolto alla polizia di Stato. Il punto da chiarire è perché il funzionario spiasse i colleghi. Voleva in qualche modo screditare qualcuno? Voleva controllare alcuni “nemici”? Sperava di poter ricattare qualcuno? Voleva controllare qualcuno per ragioni personali?

Ascoltato dagli inquirenti il funzionario si sarebbe giustificato dichiarando che con quelle telecamere intendeva scovare gli autori di alcuni furti registrati in seno all ’istituto. Furti che, però, nessuno ha mai denunciato in tempi recenti. L’iniziativa tra l’altro sarebbe del tutto personale. Nessun altro oltre al funzionario era a conoscenza dell’installazione delle telecamere, nemmeno la dirigente scolastica. L’uomo avrebbe fatto tutto da solo utilizzando soldi pubblici. Resta il punto. Perché? Sconvolti anche studenti e genitori sebbene pare non fossero i ragazzi l’obiettivo della sorveglianza segreta installata nella scuola. Ora gli inquirenti stanno vagliando il pc del funzionario. Non è escluso che la vicenda possa ampliarsi: le indagini sono ancora in corso.