Si è aperta la caccia ai nomi dei futuri padroni della Pro Patria visto che ancora non è stato formalizzato il passaggio delle quote da Vavassori agli acquirenti. Vengono dall’Emilia. No, arrivano dalla Lombardia. Macché sono di Roma.
Ieri è partita la caccia ai nomi della nuova dirigenza tigrotta. A interpretare il colpo di scena della cessione quando ormai la rassegnazione era lì, sul comodino di ogni tifoso appena sveglio. Con la propria fantasia e in possesso delle informazioni che ciascuno è andato a raccogliere, il popolo biancoblù ha accesso un suo Gps alla ricerca dei futuribili padroni del vapore di via Cà Bianca.
Le ultime giornate si erano fatte lunghissime, ma nel contempo anche brevi con l’ansia che montava e il 15 luglio che si avvicinava inesorabile.
Un esercizio logico e legittimo dopo la paura per la mancata iscrizione. E mai come stavolta è stata sfiorata la possibilità che la Pro Patria sparisse dalla faccia del calcio professionistico. Anche lo scorso anno si arrivò all’ultimo momento: ci fu l’intervento di Vavassori e fu scongiurato il pericolo.
Fino a qualche ora fa la situazione pareva compromessa, poi è stata sbrogliata quasi al 90’. Oggi la garanzia da seicentomila euro verrà depositata presso la Covisoc di Roma; verrà esaminata dalla commissione con l’inoltro del placet alla Figc e conseguente ammissione alla Lega Pro nel consiglio federale di venerdì prossimo.
La fidejussione c’è: a oggi è questo il punto fermo di una situazione tutta in divenire e che dovrà dipanarsi nei prossimi giorni.
Vavassori ha annunciato la «nuova dirigenza nelle giornate di giovedì e venerdì» e si va già verso la fine della terza settimana di luglio. C’è da far partire una stagione e c’è da ritenere che i nuovi siano già al lavoro anche per costruire la Pro Patria che fra un mese comincerà la stagione ufficiale con il girone eliminatorio di Coppa Italia.
L’altro paletto è una Pro Patria che disputerà il prossimo campionato con l’obiettivo di salvarsi. Andrà raggiunto il traguardo della salvezza evitando gli spareggi-retrocessione per mantenere il professionismo. Stavolta se retrocedi ti ritrovi tra in dilettanti e la risalita è difficilissima visto che solo la prima classificata va direttamente in Lega Pro. Fuori luogo farsi illusioni pensando in grande.
L’arrivo al fotofinish con la fidejussione è la cartina di tornasole di una vicenda che si è chiusa infilandosi tra i battenti in chiusura del portone della Covisoc e che dunque è frutto della fretta del momento. Ciò non toglie che si possa comunque allestire una squadra competitiva. Il mercato calciatori ha più offerta che domanda e non va dimenticato che la prossima Lega Pro sarà di sessanta squadre, nove in meno rispetto al precedente campionato: in buona sostanza significa circa duecento calciatori a spasso, alla ricerca di una sistemazione.
Non resta comunque molto tempo da attendere per il tifo biancoblù: la fine della settimana porterà i neo dirigenti e subito dopo i volti dei nuovi giocatori, alcuni dei quali sono quelli che hanno giocato lo scorso anno a Busto a cominciare dal portiere Feola, da Spanò, Serafini, forse Siega, Polverini per citarne alcuni, a meno che non trovino sistemazione durante il mercato che chiude il prossimo 1 settembre. Se n’è andato Calzi che tra un paio di giorni comincerà ad Andalo la preparazione con il Vicenza di Lopez mentre Mignanelli, Andreoni, De Biasi e Messina sono andati a Reggio Emilia, approdo di Vavassori.
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