16 Giu 2009
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VENEGONO INFERIORE Un duro colpo per la procura della Repubblica di Chiavari. Lo ha inferto ieri mattina il tribunale dei Riesame di Genova. Lunedì mattina i giudici della Lanterna hanno annullato il sequestro dei beni eseguito il mese scorso nei confronti di Luca Macchi, 22 anni, il figlio dell’imprenditore Alessandro Macchi, ucciso a colpi di pistola nella sua villa di via don Minzoni a Rapallo, la notte tra il 1° e il 2 novembre dello scorso anno.
/>Al di là della (notevole) valenza economica, il provvedimento del tribunale ha un altro significato ancora più importante. Secondo il Riesame, infatti, non sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico di Luca Macchi; o almeno: non così gravi da motivare e sostenere l’emissione di un decreto di sequestro preventivo. Per lo studente della Bocconi, accusato di complicità con la madre Johanna Malgorzata Lohninger dell’omicidio del manager di Venegono Inferiore, è decisamente una buona notizia.
Il dissequestro di ieri, che va nella direzione opposta alla richiesta della procura di Chiavari autorizzata a suo tempo dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Galli, riguarda solo una parte dei beni "congelati". Nel dettaglio, interessa una serie di conti correnti (compreso quello aperto in Svizzera) e alcuni immobili (fra cui l’appartamento milanese dove abita Luca Macchi) intestati all’imprenditore assassinato. I beni tornano adesso nella disponibilità degli eredi legittimi: in prima battuta, quindi, del figlio.
Giovedì si svolgerà il secondo round della vicenda. Ancora il Riesame di Genova dovrà decidere se sbloccare anche le quote societarie in possesso di Alessandro Macchi prima della morte, lo yacht e il posto barca a Rapallo dove la barca era ormeggiata.
Johanna Malgorzata attende invece ancora di conoscere il suo destino. Dopo essere stata riconosciuta capace di intendere e di volere nel momento in cui sparò all’ex compagno, dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario premeditato.
b.melazzini
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