Olgiate Olona – La chiesa madre di Santa Caterina d’Alessandria alle 17 di ieri era traboccante di gente; più di mille i concittadini che hanno voluto omaggiare Mario, Caterina e Federica Fiore nel giorno delle esequie. In chiesa, accompagnata e sostenuta dagli zii, dai cugini e dalle tantissime amiche, c’era Isabella Fiore, 21 anni, la figlia maggiore della coppia. L’unica sopravvissuta al drammatico incidente avvenuto intorno alle 2.30 della notte tra lunedì e martedì lungo la A3 all’altezza dello svincolo per Lagonegro.
La ragazza ha voluto essere dimessa dall’ospedale di Lagonegro, dove era stata ricoverata dopo il drammatico schianto, ha strappato lacrime di commozione sincera a tutti i presenti. Con lo sguardo ha accarezzato i feretri dei genitori e di Federica, la sorellina di 17 anni alla quale era legatissima. E la chiesa si è stretta a lungo in un caldissimo abbraccio ideale intorno a questo fiore d’acciaio che ieri ha mostrato una forza d’animo commisurabile, forse, soltanto al dolore impareggiabile che un destino spietato le ha messo davanti.
A lei, ai familiari dei Fiore che a Viggianello, paese d’origine di Mario e Caterina, sono tanto numerosi e legati in quella piccola contrada Pantana da due giorni spenta dal lutto (lutto cittadino proclamato il 7 agosto dal sindaco di Viggianello Vincenzo Corraro), si sono rivolte le parole di don Francesco Sirufo, il parroco di Viggianello centro storico. Il sacerdote, fissando quelle tre bare una accanto all’altra (immagine che in paese nessuno aveva mai visto prima e che ha colpito al cuore l’intera comunità), ha prima confortato i familiari.
Poi ha raccontato la storia di Mario e Caterina, la storia di molti: «Qualcuno che non sa, non conosce questa realtà ha detto e scritto che stavano venendo qui in vacanza – ha detto il sacerdote – Non è così. Non in vacanza, ma in famiglia. Mario, Caterina e Federica stavano tornando a casa, alla loro terra, alla loro famiglia. Come ogni estate, come tutti coloro che da qui sono emigrati in cerca di lavoro. Tornavano a casa».
Don Francesco ha guardato quella chiesa traboccante, quella piazza piena di gente, quel paese in lutto: «Era arrivati – ha detto – Sentivano già, forse, il calore dell’abbraccio della famiglia, della terra. Forse si sono rilassati». A una manciata di chilometri dalle loro radici. La storia di Mario e Caterina è quella di tanti, è quella di una terra «che forse – ha detto il sacerdote – non è stata in grado di offrire le possibilità dovute. Mario e Caterina tornavano a casa, e con loro le figlie». Lo sguardo si è posato su Isabella, della quale i genitori sono stati e sempre saranno tanto orgogliosi. Molti, al posto suo, forse sarebbero sfuggiti. Tanti avrebbero cercato l’isolamento storditi dal dolore. A 21 anni questa donna ha scelto di essere lì, accanto alla sua famiglia, riunita sotto l’ala di un fato devastante. La cerimonia funebre è durata quasi due ore: e per quasi due ore Viggianello ha reso omaggio ai suoi figli. A chiudere le esequie la voce giovanissima e rotta dal pianto di un’adolescente: un amica di Federica che ha ripreso il testo di quell’ultimo sms. «Siamo a Salerno, siamo quasi arrivati. Non vedo l’ora». C’è stato, nelle parole semplici e sincere di questa ragazzina, l’animo di tutta una comunità. Dove la famiglia Fiore era conosciuta e amata; dove la partecipazione è stata sincera; niente affatto un atto dovuto perché quella è casa loro. E intorno a loro ieri si è riunita una famiglia composta da centinaia di persone.
p.rossetti
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