Tranquillo, Bobo, sei in buona compagnia. In fatto di politici e nominati della provincia di Varese indagati o condannati, il governatore è solo l’ultimo nome che si aggiunge ad un lungo elenco. E molti di quelli nella “lista” fanno ancora politica attiva.
La geografia delle pendenze giudiziarie della provincia di Varese si arricchisce di un nome illustre, quello di Maroni. Ma non è il primo, e non sarà nemmeno l’ultimo, a finire sotto inchiesta. Anche perché per tutti vale la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, ma in Italia sappiamo che si può continuare a fare politica anche dopo una condanna definitiva.
L’inchiesta “Rimborsopoli” della Procura di Milano, nella quale sono passati diversi esponenti varesini della politica regionale.
Al netto della prima tornata di archiviazioni, risalente al dicembre scorso, sono ancora sulla “graticola” (rischiano il rinvio a giudizio) in sette: i leghisti ,
, ee gli ex pidiellini , e .
Quest’ultimo peraltro, attualmente nella segreteria della presidenza del Consiglio regionale e recentemente candidato alle elezioni europee per il Nuovo Centrodestra, è l’unico ad essere scampato alle epurazioni politiche legate alla vicenda dei rimborsi. Anche se risulta ancora coinvolto in un’altra inchiesta, quella dell’operazione “Telemedicina” (tra i reati ravvisati, turbativa d’asta), in cui tra i vari indagati compare anche un altro varesino, l’ex dominus della sanità lombarda .
Per loro il processo inizierà il 18 settembre a Milano. Ma l’indagato più eccellente, per il quale la Procura di Milano ha già chiesto il rinvio a giudizio meno di un mese fa, è sicuramente il fondatore della Lega Nord .
Insieme ai figli e Renzo, il Senatur (oggi deputato) è coinvolto nell’inchiesta sui rimborsi elettorali della Lega Nord, con l’accusa di appropriazione indebita. Nella richiesta di giudizio i pm accusano l’ex leader del Carroccio di aver speso oltre 208mila euro di soldi pubblici per varie spese personali (lavori edilizi nelle abitazioni, regali, cartelle esattoriali), mentre il “Trota” Renzo avrebbe sperperato 145mila euro (tra cui la famosa laurea in Albania) e il primogenito Riccardo 158mila euro.
Andrea Aliverti
© riproduzione riservata