– Ancora un drammatico infortunio sul lavoro: , 26 anni, è morto in seguito all’incidente avvenuto ieri pomeriggio alla ProBioSint di via Valverde. Erano le 16.30 quanto il fatto ha scosso l’azienda varesina che fa parte del gruppo Euticals. Qui Sandri lavorava dal 2008: giovanissimo tecnico chimico biologico, aveva trovato nell’azienda farmaceutica e chimica una realtà in cui crescere.
Nato a Varese, ora residente a Induno Olona, il giovane ieri stava lavorando ad un macchinario. Stando ai primi accertamenti la pressione forse eccessiva in seno alla macchina ha letteralmente fatto esplodere dei tubi ad essa collegata.
Una flangia, membrana di collegamento tra i tubi stessi, è schizzata via come un proiettile dopo l’esplosione causata dalla troppa pressione. Il pezzo di metallo ha colpito violentemente in testa la vittima.
Luca si è accasciato al suolo sotto gli occhi sgomenti dei colleghi.
In un secondo si è messa in moto la macchina dei soccorsi. Sul posto sono intervenuti i mezzi del 118 (ambulanza e auto medica), i vigili del fuoco di Varese, gli agenti della polizia di Stato e i funzionari dell’Asl competenti in materia di infortuni sul lavoro.
Per quasi un’ora i medici del 118 hanno cercato di rianimare e stabilizzare il giovane tecnico. È stato tentato il tutto per tutto. Invano. Sandri è morto sul posto sotto gli occhi dei colleghi.
Come da prassi la Procura di Varese ha aperto un’inchiesta. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. Al momento non risultano indagati; gli atti saranno esaminati nelle prossime ore dall’autorità giudiziaria che ha già disposto il sequestro del macchinario che ha causato la morte del giovane indunese. Non è chiaro al momento se il sequestro sarà esteso all’intero stabilimento. Ora i fatti sono al setaccio dell’Asl che dovrà riferire alla procura.
In primo luogo c’è da stabilire cosa abbia causato l’eccessiva pressione che, stando a una prima analisi, avrebbe causato l’esplosione fatale. Un errore umano? Un cattivo funzionamento del macchinario? E se sì, perché. Si analizzeranno tutte le schede di manutenzione della macchina. E si capirà se tutti i sistemi di sicurezza erano attivati al momento dell’incidente costato la vita a questo ragazzo di 26 anni.
Oggi sarà chiarito se, come pare, la produzione aziendale non si fermerà, oppure se la Procura deciderà di estendere il sequestro a tutto lo stabilimento procedendo con un passaggio al setaccio di tutti i sistemi di sicurezza. Sempre nelle prossime ore i magistrati decideranno se iscrivere o meno i responsabili della sicurezza nel registro degli indagati.
Ieri pomeriggio davanti all’azienda si leggevano commozione e incredulità sui volti di tutti coloro che lavoravano e conoscevano Luca. In via Valverde sono arrivati anche i suoi genitori, avvisati dell’accaduto. Poca voglia di parlare sia tra i colleghi che tra gli inquirenti. Quanto accaduto ha colpito tutti al cuore. E siamo già a due morti sul lavoro in 22 giorni del 2015. L’anno non poteva cominciare in un modo peggiore di questo.