Crisi e ferie in città a Varese In 400 mila non partono

VARESE Vacanze brevi, low cost e, per circa 404 degli 880 mila varesini e varesotti, all’insegna della “vita di città”.
La crisi morde i conti in banca e, a mali estremi, in molti sono stati costretti agli “estremi rimedi”, con tagli pesanti ai budget destinati alle ferie rispetto al recente passato.
Complessivamente, il 2012 “fuori porta” dei lombardi varrà tre miliardi di euro, con una spesa media a famiglia pari 1.158 euro. I “paperoni” restano i milanesi,

che sfonderanno il tetto del 1.310 euro mentre a Varese si cercherà di tirare il più possibile la cinghia: 1.060 euro e neppure un euro in più. La stima emerge dall’indagine “Le famiglie, i saldi e l’estate”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche e in collaborazione con DigiCamere.
Ma un’ulteriore conferma arriva della città giardino che, nonostante il Ferragosto ormai a un’incollatura, è ben lontana dall’immagine di “deserto estivo” degli anni ’80 e ’90.
Il traffico, non intenso ma importante, parla chiaro. Così come parlano chiaro i dati della raccolta di rifiuti di Aspem che, nel corso degli ultimi sette giorni, ha registrato un incremento pari al cinque per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un totale di 637 tonnellate di rifiuti (differenziati e indifferenziati).
«Abbiamo effettuato l’analisi rapportandoci al numero di abitanti equivalenti, ovvero prendendo come riferimento solo i residenti» spiega il direttore della società, Giovanni Invernizzi: «Il dato che emerge è la presenza di circa 65 mila persone in città contro le 63 mila dello scorso anno». Ma potrebbero addirittura essere di più dato che, i rifiuti risentono, come tutto il resto della quotidianità, di una endemica contrazione dei consumi (la media di ciascun cittadino di Varese è pari a 1,4 chili di rifiuti prodotti al giorno).
Tornando alle cifre, sono due-tremila i varesini “forzati della vita domestica” che, rispetto allo scorso anno, vanno ad alimentare il dato complessivo dei quattro milioni di lombardi costretti a fare i conti con “catrame e cemento” anche nel mese del “tutto chiuso per ferie”. Tra i fortunati che faranno la valigia (o che l’hanno già fatta), c’è poi da registrare la tendenza al risparmio, cui si è aggrappata una famiglia su cinque riducendo la durata del soggiorno (9%), scegliendo soluzioni più economiche (8%) o rimandando la data delle ferie nei periodi di bassa stagione (2%).
I giovani sono senza dubbio i più propensi alle ferie a basso costo ma, nel complesso, è del nove per cento la percentuale di coloro che sono disposti a cambiare abitudini pur di non essere costretti alla sola gita fuori porta.
E fanno bene perché, con soggiorni più brevi o in campeggio, si può risparmiare in media circa 600 euro a famiglia, ovvero 100 euro in più dello scorso anno. Insomma, una cosa è certa: lo “spread” si alza, la vacanza si accorcia.

s.bartolini

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