PORTO CERESIO Rapina in villa dai contorni ancora tutti da chiarire. Questo è quanto è successo domenica sera a Porto Ceresio. Quando due individui hanno superato le recinzioni in un immobile di pregio posizionato lungo la strada che dal centro del paese sale verso la frazione di Cà del Monte, situato in linea d’aria a poche decine di metri dal municipio.
Una volta nel perimetro hanno così fatto irruzione in casa, dove hanno sorpreso le due persone presenti in quel momento. Non i padroni di casa, ma la badante del proprietario dell’immobile e suo figlio, entrambi stranieri. Immediatamente li hanno presi praticamente in ostaggio e li hanno immobilizzati, sembra legandoli.
Dopodiché si sono concentrati sulla cassaforte presente nella villa. Riuscendo a svuotarla del contenuto: oggetti di valore e soldi, il cui valore complessivo è ancora da quantificare. Questa, al momento, è la prima ricostruzione della rapina andata in scena domenica sera poco dopo le 21.30. Così l’hanno raccontata, dopo l’allarme, le stesse vittime. E su questi particolari sono al lavoro i carabinieri della stazione di Porto Ceresio e della Compagni di Varese. I due, madre e figlio,
hanno infatti riferito di essere stati sorpresi senza avere il tempo di lanciare alcuna richiesta d’aiuto e di essere rimasti in balia dei due rapinatori fino a quando, dopo aver raggiunto l’obiettivo ovvero il contenuto della cassaforte, se ne sono andati facendo perdere le proprie tracce. Per le due persone immobilizzate, però, non c’è stata alcuna conseguenza fisica di rilievo. Ovviamente sconvolti, hanno così raccontato ai carabinieri dell’accaduto. E su questo sono al lavoro, adesso, gli investigatori dell’Arma. Che hanno anche setacciato la villa e il suo perimetro alla ricerca di elementi utili per mettere a fuoco le indagini e risalire ai responsabili.
Pochi, però, gli elementi in loro possesso. Anche perché la badante e suo figlio non sarebbero riusciti a fornire una descrizione precisa dei rapinatori e nemmeno ad identificare con precisione il loro accento e quindi la loro provenienza. Nessuno, inoltre, nelle vicinanze si sarebbe accorto di movimenti sospetti. Le indagini proseguono così nell’assoluto riserbo, con i militari dell’Arma chiamati a verificare con precisione i racconti forniti da madre e figlio, da incrociare poi con i rilievi effettuati nella villa teatro della rapina.
b.melazzini
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