Husqvarna, la rabbia dei dipendenti «Forze politiche svanite nel nulla»

Le parole d’indignazione e di condanna dei politici varesini alle dichiarazioni di Stefan Pierer, rilasciate alla rivisita tedesca “Motorrad” e riprese dal nostro giornale, non bastano a placare la rabbia dei dipendenti dell’Husqvarna di Cassinetta, che hanno scritto una lettera aperta sulla situazione in fabbrica. «Visto che secondo Pierer, il sito di Biandronno potrebbe tornare utile per produrre 30 o 40 mila moto, perché il Governo italiano continua a non emanare delle leggi che tutelino i lavoratori italiani e sgravino le imprese dalle tasse elevate?» si chiedono i lavoratori, i quali sottolineano come «il sacrificio di 250 posti di lavoro che, senza leggi immediate, non sarà servito né a noi né ai nostri figli».

Ai dipendenti dell’Husqvarna non sta bene un altro passaggio dell’intervista al manager austriaco, laddove Pierer sostiene che a Biandronno con i lavoratori, tutto si è risolto. «L’accordo siglato dai sindacati con la direzione è positivo per l’azienda che si vuole liberare dei lavoratori a prezzo di saldo – prosegue la missiva – l’idea del sindacato è quella di avere più tempo per trovare soluzioni produttive alternative, per dare continuità occupazionale ai dipendenti». Anche qui le istituzioni e la politica non sono state all’altezza secondo i lavoratori.

«La direzione si è impegnata al Ministero di cercare queste soluzioni alternative – si legge nella lettera – salvo poi venirne meno con i fatti; e lo Stato italiano cosa fa per farlo rispettare? A parti invertite quello austriaco avrebbe permesso questo trattamento ai propri cittadini?». Domande pesanti come macigni; i dipendenti di Cassinetta si sentono abbandonati a loro stessi, senza tutele e finiti nel dimenticatoio, una volta passato il clamore del momento.

«Perché è calato il silenzio sulla vicenda Husqvarna? – si domandando i lavoratori – perché le forze politiche che tanto si sono prodigate all’inizio sono svanite nel nulla? La nostra voce oggi è un grido nel deserto». I dipendenti si rivolgono ancora una volta alle istituzioni locali e nazionali e alle politica. «Le istituzioni locali, regionali e statali – prosegue la missiva – riprendano in mano la situazione di quell’operazione chiamata dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni “una vera porcata”».

In gioco non c’è soltanto il futuro di 250 lavoratori, delle loro famiglie e del territorio, ma anche di tutta l’Italia, vista la risonanza mediatica dell’operazione industriale del gruppo Pierer, già proprietario di Ktm e ora anche di Husqvarna. Insomma, i politici vadano al di là delle sole dichiarazioni e dei buoni propositi, ma facciano qualcosa di concreto. «Ricordiamo che a perdere non saranno solo i dipendenti dell’Husqvarna ma un’intera nazione; l’Italia presa in giro dai tedeschi, dagli austriaci e prigioniera delle proprie leggi». I dipendenti non hanno ancora perso l’ultima speranza e si appellano direttamente alle istituzioni ed ai partiti.

«Chi non vive quotidianamente il dramma della perdita del posto del lavoro, evince che la situazione dell’Husqvarna sia ormai risolta e normalizzata – concludono i lavoratori – non è però così; noi continuiamo a credere nell’aiuto delle istituzioni e della politica».

Biandronno

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