– «Ciò che più rattrista è arrivare all’insulto, che senz’altro non fa crescere nessuno e toglie la dignità a tutti; a chi lo riceve, ma anche a chi lo pronuncia».
Sono parole come sempre chiare, pronunciate con la pacatezza che lo contraddistingue da sempre, ma assolutamente ferme, le parole di don , parroco di Gavirate, che torna sulla vicenda di sulle colonne de “Il Segno”, l’informatore parrocchiale mensile, in distribuzione nei prossimo giorni.
Striscioni volgari e polemici, insulti scritti su Facebook, bisbigli a mezza bocca; il paese non si è fatto mancare nulla, dopo la liberazione della giovane cooperante ed il suo ritorno a casa. Polemiche che non si sono ancora sopite del tutto, tanto che la famosa piccola cerimonia di bentornata che Comune, parrocchia e Croce Rossa volevano organizzare insieme, non è stata ancora organizzata e forse, a questo punto, ma si farà.
Don Piero si schiera,
come già aveva fatto il giorno stesso del ritorno di Greta a casa, dalla parte della cooperante. «La vita viene prima di qualsiasi altra considerazione – sottolinea il parroco – sono contento perché non è stata abbandonata in questo momento di difficoltà e lo Stato, come ogni normale famiglia, ha fatto di tutto per portare a casa due sue cittadine».
Il ritorno di Greta e Vanessa ha generato un aspro dibattito dividendo di fatto Gavirate, con feroci polemiche sul riscatto pagato o sull’incoscienza delle due ragazze nel recarsi in Siria. «Ogni riflessione – è l’invito di don Piero – dovrebbe essere sviluppata con molto umiltà, sapendo che ci sono molti altri aspetti; ogni riflessione serena e pacata può essere un utile contributo per la lettura della vicenda e per trarre da essa quella forza che fa crescere tutti».
Lo spettacolo a cui si è assistito è stato contrassegnato purtroppo da insulti. «Ciò che mi ha rattristato – prosegue il parroco – sono state le parole fuori misura, frutto di un pensiero rozzo e non cosciente dei suoi limiti; come in tante altre occasioni della vita, questo pensiero è esploso anche in questa. Si è espresso con frasi di sicuro effetto, ma anche eccessivamente semplificatrici e non rispettosa della complessità e verità delle cose».
La storia di Greta, che ha solo 20 anni, deve interrogare gli adulti gaviratesi, chiamati ad educare le giovani generazioni. «Greta ha manifestato una forte idealità e un forte desiderio di aiutare le persone che soffrono, là dove la sofferenza è più acuta – conclude il don – come comunità di adulti abbiamo il dovere di raccogliere questo desiderio di tanti giovani ed indirizzarlo verso forme sostenibili».