È il nuovo presidente della Pro Patria. Modenese, il cinquantenne commercialista si è insediato nella giornata di ieri, presentandosi alla stampa e ai tifosi. Non è stata una grande accoglienza quella ricevuta da chi ha messo fuori dallo Speroni gli uomini ombra, per chi si è preso a cuore la Pro Patria in una situazione complicata di classifica. Non che si aspettasse un comitato di accoglienza con tanto di banda e majorettes, ma probabilmente nemmeno un fuoco di fila che ha rasentato l’interrogatorio, perché secondo alcuni Filippi sarebbe la longa mano di .
«Sono un professionista che ha la passione del pallone e che ha avuto modo di conoscere Vavassori, di apprezzarne le qualità d’imprenditore – le prima parole di Filippi – diciamo che ci siamo piaciuti a pelle ed in poco tempo abbiamo deciso questa operazione di acquisto della Pro Patria. Abbiamo firmato un compromesso irrevocabile di compravendita e la prossima settimana andremo dal notaio per il rogito ed il passaggio ufficiale delle quote. Ho visto le carte di questa società
ed ho considerato che fossero meritevoli per cominciare un’avventura. So che la classifica è dura da guardare, ma a me piacciono le sfide e questa penso di vincerla».
Ciò non impedirà al neo presidente di essere operativo da subito con la mini prospettiva del mercato che chiude lunedì sera alle 23. «Vedremo di fare qualche operazione in entrata mentre sulle uscite è più dura, vediamo quello che possiamo fare anche se la rosa non la ritengo così scadente come dice la classifica». E sul perché abbia deciso di prendersi carico di un rischio altissimo con il penultimo posto, Filippi si dice «pronto alla sfida e credo che la squadra possa conquistare la salvezza. Io spero che ce la possa fare direttamente, ma di sicuro può farcela ai playout».
Il braccio armato di Filippi sarà (ex Reggiana) che domenica scorsa ha potuto verificare di persona la condizione atletica e tattica della Pro. È lui il nuovo allenatore, il quarto della stagione, colui che arriverà al prossimo maggio possibilmente con la salvezza in saccoccia. Questa mattina ci sarà il primo contatto con la squadra mentre non è certo che il tecnico possa sedere in panchina per le tempistiche di tesseramento.
E il direttore sportivo? Il presidente ha dato il foglio di via a con queste parole: «Appena dopo la conferenza stampa mi metterò al lavoro per dare tutto quello che serve a una società di calcio». Non è da escludere che possa tornare . I due si conoscono dai tempi della Reggiana quando Filippi occupava la carica di vice presidente che lasciò due anni fa in disaccordo con in merito ad un aspirante socio che Filippi non riteneva idoneo ( poi i fatti gli hanno dato ragione).
«Il mio progetto non ha la durata di quattro mesi – ha voluto sottolineare il massimo dirigente biancoblù – rappresento me stesso anche se il mio compito è quello di allargare la base dirigenziale». Non una parola in più.
Più eloquente il colloquio sotto braccio con (responsabile del settore giovanile) . Le conoscenze dell’ex allenatore tigrotto potrebbero essere di aiuto a Filippi sia per l’immediato (chiudere la stagione in Lega Pro) che il prossimo futuro. Tutto però passa attraverso le forche caudine della salvezza, da conquistare ad ogni costo, ma con il sostegno di tutti senza se e senza ma. E questa si che è un’impresa.