A Moretti piace Agusta. E punta sul convertiplano

È mutuo interesse tra AgustaWestland e Finmeccanica. Nello scenario del nuovo piano industriale del Gruppo, l’azienda elicotteristica è senz’altro un riferimento indiscusso

– Ma è Finmeccanica a guida Mauro Moretti che spingerà nella commercializzazione dell’AW 609, il convertiplano.

«È l’unica macchina al mondo, non militare, con quelle caratteristiche, pronta per essere certificata» ricorda Paolo Carini coordinatore nazionale Fim Cisl di AgustaWestland.
«Lo sviluppo del convertiplano ha richiesto investimenti molto elevati e ora Finmeccanica intende impegnarsi con decisione nella sua commercializzazione».

L’AW 609 è una macchina in grado di combinare i vantaggi di prestazione dell’ala fissa con quelli tipici, dalla flessibilità operativa, dell’ala rotante. Anima da elicottero e passo da aereo, può viaggiare al doppio della velocità e coprire il doppio della distanza di un elicottero tradizionale, con un’autonomia fino a 1.200 chilometri.
Ora si tratta di venderlo, il convertiplano.
Se poi si volesse spingere su un’altra leva, «AgustaWestland manca di un elicottero pesante, grosso, tassello di prodotto da poter sviluppare», indica il coordinatore Fim Cisl.

La nuova Finmeccanica avanza. «Si vuole fare sul serio e la nostra speranza è che sia reale il cambio di passo», commenta Carini. «Prima di oggi, si annunciavano le rivoluzioni ma tutto andava avanti come prima».
Dalla fine del mese di marzo, dopo la chiusura dei bilanci delle singole società, partirà il confronto tra le parti sulla divisionalizzazione di Finmeccanica. «Chiediamo si avvii rapidamente il confronto in ogni singola azienda per analizzare nel merito e nel dettaglio le ricadute delle scelte che l’azienda

ha assunto», dice la Fim.
«Registriamo con favore l’impegno al rilancio dell’impresa partendo dalla valorizzazione delle capacità e delle competenze esistenti che disegnano un nuovo protagonismo della parte sana dell’azienda. La nostra attenzione sarà rivolta non solo alla valorizzazione di dirigenti e quadri ma all’insieme dei lavoratori, a partire dai livelli operai ed impiegati, proponendo di rivedere il sistema di inquadramento in una logica più giusta e premiante delle professionalità realmente espresse e non delle “vicinanze” o delle “amicizie”».

Non solo. La Fim Cisl considera «inderogabile la scelta di qualificare e modernizzare le relazioni sindacali in senso partecipativo, mettendo al centro il protagonismo e la responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori».
Significa contemplare la presenza dei lavoratori nei Comitati di Sorveglianza, farli cioè entrare nella stanza dei bottoni.
Una nuova azienda, insomma, «non una holding finanziaria», puntualizza Paolo Carini. Un’azienda che consideri anche la propria prospettiva dentro alleanze internazionali «per non essere troppo grande nel mercato italiano e troppo piccola per quello mondiale».