Due daini da abbattere Salvati dalle pompe funebri

Due daini varesini, un maschio e una femmina, sono stati salvati dalle onoranze funebri Turati di Milano Niguarda.

«Mi sono stati regalati un allevamento di Varese (che vuole rimanere anonimo) che sarebbe stato costretto ad abbattere i due daini per problemi di sovrannumero» spiega , titolare dell’attività. I daini hanno trovato casa vicino alla sala del commiato in via Bauer. Il salvataggio è stato un po’ rocambolesco, perché poco dopo che i daini erano a Milano, le guardie dell’Enpa hanno effettuato un sopralluogo per capire se la detenzione degli animali fosse regolare.

«Io non avevo motivo di preoccuparmi» dice Stefano. Il possesso dei due daini è infatti stato denunciato come chiede la legge.

Oggi ci si stupisce, ma gli animali alle pompe funebri Turati ci sono fin dal 1892, cioè da quando il bisnonno iniziò l’attività. All’epoca i funerali si svolgevano con cavalli e carrozza e tutte le pompe funebri – anche quelle di Milano – avevano le stalle.

«Poi i tempi sono cambiati e, ovviamente, i cavalli sono stati sostituiti dalle auto. Ma la voglia di avere gli animali ci è rimasta e così abbiamo tenuto le stalle, trasformandole in rifugio per animali sfortunati – continua Turati – Volevamo rendere il posto più naturale e piacevole. Almeno ci si tira un po’ su il morale».

Tra gli animali c’è la capra Romolina, che sarebbe finita in pentola e che è stata adottata da “capretto” e allattata con il biberon. Poi c’è una pecora che arriva da un allevamento. E, ancora, galline, tartarughine e altri animali.

Sul sito delle onoranze funebri (http://www.impresaturati.it/) si trova anche una gallery con gli animali. Vederli sicuramente dona un po’ di serenità a chi sta vivendo un lutto.

«Adesso bisogna scegliere il nome a questi due daini – conclude Stefano – La mia bimba suggerisce di chiamarli Bella e Bamby. E a dir la verità non è che cambi molto, perché tanto quando li chiami non rispondono».

Ma, anche se non parlano, è praticamente certo che i due daini sono grati a Stefano e alla sua famiglia.

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