TRADATE Carlo Martignoni è morto ieri sera nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Circolo di Varese. L’anziano ciclista era stato investito lunedì pomeriggio sulle strade di Tradate. Trasportato d’urgenza al nosocomio varesino, le sue condizioni sono apparse subito in tutta la loro criticità. Ieri verso la una si è spenta anche ogni residua speranza di recupero e i familiari dell’uomo hanno dato l’assenso all’espianto degli organi, che è avvenuto nelle ore successive, al termine del periodo di osservazione di legge. In serata l’uomo è stato dichiarato clinicamente morto.
Carlo aveva 71 anni, viveva con la moglie Silvana e una delle due figlie nella casa di via Segantini, a due passi dall’ospedale di Tradate. Amava la natura, la vita all’aria aperta e la caccia. Soprattutto non si separava mai dalla sua bicicletta, che gli era costata un altro incidente solo qualche mese fa, quando però le conseguenze furono meno funeste: «Nonostante avesse l’auto – raccontano i vicini di casa – usava sempre la bici, gli piaceva davvero molto».
Il tragico incidente è avvenuto lunedì ad Abbiate, all’incrocio tra via Monte San Michele e la Varesina, proprio di fronte al centro commerciale della Fornace. Una zona di forte passaggio, che vede quotidianamente il transito di migliaia di veicoli sia verso Gorla e Cairate che sulla direttrice Saronno-Varese. L’anziano è stato investito da una Peugeot 206 guidata da una donna di Gorla Maggiore, che ieri è stata formalmente indagata per omicidio colposo.
Ma è proprio sulle condizioni della strada che puntano il dito in molti: trafficatissima, sottodimensionata e inadatta all’utenza debole. «Qui c’è un centro commerciale e non è stato fatto nemmeno un marciapiede o una pista ciclabile. Però ogni giorno, a qualunque ora, ci sono decine di persone soprattutto ragazzi, che raggiungono questo posto a piedi o in bicicletta. È vero che le macchine non sfrecciano, ma come abbiamo visto le disgrazie possono capitare anche a velocità ridotta».
Accuse che vengono respinte dall’amministrazione comunale, che parla di una terribile fatalità non imputabile alle infrastrutture: «Ci sono passaggi pedonali e addirittura un sottopasso ciclopedonale. L’impegno su questo fronte è sempre stato alto e lo sarà anche in futuro, ma contro le disgrazie non c’è la ricetta perfetta».
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