A fuoco un capanno per gli attrezzi: l’ombra del dolo dietro al pauroso incendio. Le fiamme sono divampate 30 minuti dopo la mezzanotte tra sabato e domenica in un’area agricola vicina a via al Mottarone.
L’allarme è stato dato dai residenti: nel buio l’incendio ardeva come un enorme falò, visibile da centinaia di metri di distanza. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Somma lombardo e di Laveno. In tutto 12 uomini che hanno lavorato per oltre tre ore prima di avere ragione delle fiamme.
La struttura in legno è bruciata completamente: il fuoco ha avuto vita facile nel propagarsi. All’interno del capanno erano custoditi alcuni attrezzi agricoli. Anche questi andati completamente distrutti.
Si indaga ora per accertare le cause dell’incendio. Tuttavia l’ipotesi del dolo è tutt’altro che secondaria. Non ci sarebbe altra spiegazione: nel capanno non c’erano elettrodomestici che avrebbero potuto causare un cortocircuito.
Il proprietario, avvisato dell’accaduto, era completamente sconcertato. Mai ricevute minacce o avuti screzi particolari con qualcuno. E certamente il dar fuoco a un vecchio capanno per gli attrezzi non ha il sapore del classico gesto intimidatorio. L’accaduto farebbe pensare più a una bravata. Un atto vandalico fine a se stesso da parte di qualche sciocco annoiato. Non vi sarebbero insomma elementi per poterlo considerare un gesto personale rivolto contro qualcuno.
I vigili del fuoco hanno arginato le fiamme, quindi spento l’incendio e controllato che non vi fossero focolai nascosti. Ora si cerca di accertare la natura dell’accaduto e, in caso l’ipotesi dolosa fosse ufficialmente dichiarata, di individuare e denunciare i responsabili.
Fatti simili si erano già verificati nei mesi scorsi nella zona tra Somma, Angera e Ispra. In tutti i casi si è sospettato il dolo e si è ipotizzato che si trattasse di atti vandalici. Anche perché tutti gli incendi si sono verificati nelle notti del week end. Magari ad opera di qualche sciocco ubriaco.
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