Sette Campanili da record: più di 1.500 iscritti per la corsa del centenario. L’anniversario del primo secolo della corsa podistica più antica d’Italia ha attirato un numero di atleti mai visto su queste strade.
Erano 1.508 per la precisione, oltre 300 in più rispetto all’edizione 2013, ma anche ben di più dei 1.444 che rappresentavano il precedente “high” di qualche anno fa.
«È una corsa che ha grande fascino e lo ha confermato in pieno – ammette , vicesindaco di Cavaria, che è anche tra gli organizzatori con l’associazione sportiva Centro della Gioventù – Per fortuna siamo stati graziati dal tempo, perché sabato quando abbiamo fatto il giro per tracciare il percorso ci siamo lavati, ma ieri è filato tutto liscio».
Oltre un centinaio i volontari impegnati per permettere l’edizione del centenario lungo il suggestivo percorso, che si snoda tra Santo Stefano (con la prima scalinata dalla valle dell’Arno verso il campanile del paese), Oggiona, Orago (con la seconda scalinata, la più dura e irta, dalla statale al campanile), Jerago, Premezzo (con il groppo in gola quando la corsa transita di fronte alla casa di , la vincitrice 2012 scomparsa lo scorso giugno a soli 45 anni, a cui la manifestazione è stata dedicata) e Cajello, prima di tornare a Cavaria.
Un tragitto da 15,8 chilometro, ridotto di circa un chilometro e mezzo per l’impraticabilità di alcuni tratti nei boschi. Anche quest’anno dominio africano. Assente il plurivincitore delle passate edizioni , stavolta a conquistare la vittoria finale è stato , portacolori di origini marocchine del club novarese Atletica Palzola, già vincitore della Scarpa d’Oro 2013 a Vigevano, che non ha lasciato scampo agli avversari, chiudendo in meno di 49 minuti.
Dietro di lui, appaiati a più di due minuti di distanza, i britannici e la “scheggia” , quest’ultima dominatrice della categoria femminile. Poi il primo “indigeno”, . E 1.500 podisti in festa.n A. Ali.
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