Quel tetto d’eternit fa paura ai cittadini «E’ abbandonato ormai da dieci anni»

La copertura dell’azienda Tintò si estende per 36mila metri quadrati: allarme amianto
Raccolte 600 firme tra la popolazione preoccupata. Perin: «Agiremo per vie legali»

Non cessa in paese l’allarme amianto. L’ex azienda Tintò, diventata ormai il simbolo di questo problema, continua a destare preoccupazione tra i cittadini, che hanno anche raccolto 600 firme lamentando la situazione. La struttura abbandonata, con il tetto ricoperto di eternit, si estende per 36 mila metri quadrati da via XXV Aprile a via Gorizia, a soli cento metri dalla scuola primaria di via Corridoni.

«Abbiamo depositato una richiesta tramite il nostro legale per poter accedere all’area, che è sotto sequestro da una decina d’anni – spiega , capogruppo della maggioranza e consigliere delegato alle problematiche dell’amianto – al fine di poter effettuare delle perizie per valutare sia l’aspetto strutturale dell’edificio sia l’inquinamento legato alle sostanze che contiene al suo interno e all’amianto». In seguito alle perizie il Comune intende convocare un «tavolo tecnico per capire come muoverci – prosegue Perin – l’obiettivo è la bonifica». C’è però anche il problema economico: «Abbiamo fatto richiesta alla Corte dei conti di poter svincolare la somma necessaria dal Patto di stabilità, ma questa possibilità ci è stata negata ci muoveremo sotto questo profilo per vie legali». Nel frattempo la struttura è stata messa all’asta dalla magistratura e «nel caso ci fossero acquirenti interessati, dovremo informarli della situazione», precisa Roberto Perin.

Intanto a fine settembre l’amministrazione comunale ha aperto uno sportello amianto, il secondo in provincia di Varese dopo quello attivato dal Comune di Samarate. Circa il 2,5% degli edifici sul territorio comunale è ricoperto di eternit, per un «totale di 92.196 metri quadrati – sottolinea il capogruppo di maggioranza – ogni anno l’eternit rilascia tre grammi di fibra d’amianto per metro quadro, pertanto ogni anno gli edifici fagnanesi rilasciano nell’aria 276 chili di fibra di amianto».

Lo sportello comunale, che è supportato per la parte tecnica da Aiea (Associazione italiana esposti amianto), «ha lo scopo di «sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi dell’amianto e facilitare, tramite lo sviluppo degli aspetti burocratici, la sua rimozione da parte dei privati», afferma Perin. A questo scopo «stiamo studiando un bando di concorso pubblico per attivare una convenzione con le aziende specializzate nello smaltimento dell’amianto a un prezzo ragionevole vorremmo coinvolgere anche gli altri comuni nello sportello, anche perché nel fondovalle ci sono diverse aziende dimesse ricoperte di eternit».