«Una vera bomba»: è questo il primo commento degli avvocati che si sono ritrovati, ieri mattina, gli uffici del Giudice di Pace chiusi, mentre scendono i gradini della sede di via Milano guardando increduli il foglio appena ricevuto dagli impiegati.
Quello dove si attesta che gli adempimenti previsti, dalla semplice consegna di atti fino alle vere e proprie udienze, non si sono svolti per «cause di forza maggiore».
Perché il clamoroso arresto di , da quattordici anni coordinatore dei giudici di pace di Varese, non se lo aspettava nessuno. Dopo l’effetto sorpresa, però, iniziano le confidenze: le voci di molestie sessuali da parte del magistrato ai danni di alcune avvocatesse giravano da tempo nei corridoi delle due sedi dei tribunali varesini.
C’è chi parla di confidenze raccolte dalle colleghe, dicendo di aver incoraggiato l’amica a denunciare. Ma una sola, a quanto pare, ha avuto il coraggio di farlo, e proprio dalle sue dichiarazioni sono partite le complesse indagini che ieri hanno portato agli arresti domiciliari di Soma e al coinvolgimento nelle indagini di una ventina tra avvocati, giudici di pace, cancellieri e perfino di un viceprocuratore onorario, tutti accusati di abuso d’ufficio.
Gli uomini della Questura di Varese hanno condotto una lunga e complessa perquisizione al primo piano dell’edificio di viale Milano dove hanno sede gli uffici del giudice di pace, interdicendo l’ingresso agli avvocati dalle 7 del mattino fino al tardo pomeriggio. L’unica ad entrare è stata la pm , del tribunale di Brescia, competente per quanto riguarda i reati commessi da magistrati varesini, che sta conducendo le indagini che, a quanto pare, vanno ben oltre le sole molestie sessuali.
Nel cortile di viale Milano, intanto, le prime reazioni sono di incredulità: le voci sulle molestie giravano da tempo, è vero, ma in pochi ci avevano creduto davvero.
Quanto all’abuso d’ufficio, poi, lo stupore è anche più grande. Chi lavora in altri uffici dell’edificio apprende con sorpresa dell’arresto, anche se subito i commenti prendono toni diversi, «allora le voci di molestie erano fondate», dicono gli impiegati.
Quello che coglie tutti di sorpresa è l’abuso d’ufficio, la notizia, cioè, secondo cui alcuni procedimenti del giudice di pace potrebbero essere stati “aggiustati” con accordi non leciti tra il giudice Soma e una delle parti in causa.
La curiosità è tanta, ma in questo ambiente si sa bene che non si potrà fare altro che attendere gli esiti delle indagini.