L’Italia attraversa una crisi economica aggravata da violenze dovute allo sfaldamento di presidi che una volta si opponevano alle violazioni delle leggi. Da qui provvedimenti che si chiamano decreto svuotacarceri, denunce a piede libero anziché arresti. Ciò non impedisce che le città vengano devastate da personaggi in tuta nera che oltre al manganello sanno utilizzare i telefoni cellulari per immortalare le loro gesta o per ottenere sentenze di colpevolezza nei confronti di chi tutela l’ordine pubblico.
Negli ultimi quattro anni oltre 200mila appartenenti alle forze dell’ordine hanno dovuto imparare a restare immobili davanti a lanci di pietre e uova, a calci e sputi ed accettare salari bloccati dal 2011 con cui pagarsi anche la benzina per le loro auto. Ben altro trattamento ricevono le divise incaricate di reprimere violazioni semplici e innocenti quali la mancata emissione di uno scontrino fiscale, l’aiuto non autorizzato di un familiare presso una bancarella del mercato o dietro il bancone di una pizzeria, la presenza di un giovane disoccupato che vorrebbe imparare qualcosa o che non vuole starsene per la strada: in questi casi non ci sono dubbi nelle sentenze dei giudici che incrementano vendite fallimentari, pignoramenti e aste giudiziarie.
Domenico De Maria
1) Le violenze c’erano anche in assenza d’una crisi economica come questa, vedi Genova 2001. 2) Risulta complicato, come da conferma milanese il giorno dell’inaugurazione del’Expo, fronteggiare la guerriglia urbana. Se non intervieni, ti criticano per l’attendismo. Se intervieni, per l’antidemocraticismo. 3) Le trasgressioni amministrative non sono virtù: quando le si compie, vanno sanzionate. Con ovvio buonsenso.
Max Lodi