– Tutti vogliono fare il contadino in Svizzera, è di richieste. «Persino troppe» per l’. Il miraggio di un posto di lavoro, e di un salario che è praticamente il triplo di quello che guadagna un agricoltore qui dalle nostre parti, ha generato un flusso abnorme di richieste di lavoro come contadino in Svizzera.
Ma oltre il Gaggiolo non c’è la Pianura Padana, così gli spazi per spuntare un contratto in un’azienda agricola non saranno per molti.
«Anche noi, dopo che sono usciti una serie di articoli sulla stampa italiana, locale e nazionale, abbiamo ricevuto numerose telefonate e messaggi e-mail di persone in cerca di occupazione, che chiedevano informazioni su come proporsi per lavorare in Svizzera» ammette, dalla sede di Brugg dell’Unione Svizzera dei Contadini, l’associazione che cura gli interessi di circa 55mila famiglie contadine in tutta la Confederazione.
Sono loro i primi a stupirsi di questa grande attenzione che dall’Italia ha ricevuto la notizia. È soprattutto la paga, quei 3.200 franchi al mese di salario per i lavoratori stagionali a tempo determinato (fanno circa 3.100 euro di stipendio), ad allettare, pur di fronte ad un impiego che è tutt’altro che semplice.
Ma l’invasione di richieste e di curricula, come ammettono dalla stessa Unione. «I posti di lavoro disponibili ci sono, ora che sta iniziando la stagione estiva del raccolto –
fa notare Giuliani – Tradizionalmente la maggior parte delle mansioni vengono svolte da operai e braccianti agricoli che arrivano dal Portogallo e dalla Polonia per trascorrere in Svizzera i mesi estivi».
«Si tratta di manodopera ormai consolidata, ma le opportunità di certo non mancheranno anche per chi arriva da fuori». «Non parliamo però di una quantità di offerta pari al numero di richieste che ci stanno pervenendo in questi giorni».
È vero che la penuria di personale ha convinto le associazioni di categoria ad aprire le porte ai rifugiati che già sono sul suolo svizzero, con un progetto pilota che vede coinvolte per ora dieci fattorie in tutta la Confederazione, «ma si tratta di un’iniziativa volta innanzitutto ad integrare persone che già da tempo sono in Svizzera», come spiega l’addetto dell’Unione Svizzera dei Contadini. Così le dimensioni del settore agricolo elvetico, che impiega annualmente tra i 25mila e i 35mila contadini stranieri, non sembrano purtroppo essere in grado di rispondere alla vera e propria “invasione” di richieste che stanno pervenendo in questi giorni dal Varesotto e dall’Italia.
Per sperare di poter spuntare un lavoro stagionale, occorre quindi innanzitutto dimostrare qualche competenza specifica nel campo agricolo, come si nota spulciando tra le offerte di lavoro pubblicate sulla bacheca dell’Unione ticinese dei Contadini. Per candidarsi, suggerisce Silvano Giuliani, «occorre rivolgersi alle varie unioni cantonali, dove è possibile fare richiesta con le tradizionali modalità degli annunci di ricerca e offerta di lavoro per poter entrare in contatto con i singoli datori di lavoro».
Già in molti, anche tanti dal Varesotto, si sono fatti avanti, sulla “borsa del lavoro” di Agriticino.ch, il portale dell’Unione ticinese. Ora non resta che sperare che la stagione del raccolto sia proficua.