al contrattacco. Depositato il ricorso al tribunale del Riesame: «Chiediamo l’immediata scarcerazione». , legale del coordinatore dell’ufficio del giudice di pace arrestato mercoledì scorso, e attualmente ai domiciliari, commenta brevemente:«Nessuna necessità di misure di custodia cautelare. Deve tornare in libertà».
Nessun commento, invece, nel merito della vicenda che vede Soma accusato di molestie sessuali (per i presunti palpeggiamenti e, in alcuni casi, aggressioni fisiche a una ventina di avvocatesse), di abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato per aver fatto scrivere, secondo quanto sostiene l’accusa, alcune sentenze a colleghi, avvocati e vice procuratoti aggiunti al suo posto.
La data dell’udienza davanti al tribunale delle libertà non è ancora stata fissata. Ma sarà a breve: i giudici dovranno decidere se tenere Soma ai domiciliari o rimetterlo in libertà. Oggi, invece, dovrebbe essere resa nota la data dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Brescia per Soma.
In quell’occasione il capo dei giudici di pace di Varese, sinora rimasto in silenzio, potrebbe decidere di raccontare la sua verità.
Intanto, molte delle avvocatesse molestate, che hanno atteso anni prima di trovare il coraggio di denunciare,
oggi, dopo aver messo a verbale le loro testimonianze hanno deciso di smorzare i toni: «Abbiamo avuto paura per anni. Abbiamo vissuto situazioni di disagio. Alcune di noi sono arrivate a farsi accompagnare in quell’ufficio da colleghi maschi. Adesso è il momento del silenzio. Tutto ciò che era necessario dire è stato detto nelle sedi preposte. Continuare a vociferare, a chiedersi chi sono le altre, andrebbe a svilire l’accaduto».
«Questa è un’indagine seria. Non vogliamo che si trasformi in un gossip da corridoio». La posizione di Soma con l’arresto si è cristallizzata: per il gip che ha confezionato l’ordinanza, alti erano i rischi di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. L’indagine in realtà non è chiusa. Gli inquirenti stanno verificando la posizione di altre persone. Il riserbo è massimo: smentita soltanto la voce che si tratti di avvocati. Stando alle indiscrezioni l’arresto di Soma avrebbe chiuso la prima fase d’inchiesta.
Per l’accusa è il numero uno dei giudici di pace di Varese ad essere il fulcro del sistema. Ora ci sono da verificare altre posizioni marginali. Oggi, intanto, sarà nominato con urgenza il nuovo coordinatore dei giudici do pace varesini .
L’ufficio, la cui gestione era stata definita caotica da parecchi professionisti negli anni scorsi, avrebbe rischiato la paralisi con conseguente collasso. Sul fronte indagati ha destato qualche perplessità, sempre restando fermo il principio di innocenza, il fatto che , altro giudice di pace denunciato a piede libero per falso ideologico in seno all’inchiesta, sia rimasta al suo posto e continui a presiedere le udienze.
«Non c è alcun provvedimento a suo carico – ha detto il presidente del tribunale – nessun provvedimento cautelare o divieto di accedere all’ufficio».
La presa di posizione di Martinoni è forte: il suo continuare a svolgere il proprio lavoro dice chiaramente sono innocente e non ho nulla da nascondere.