– «Parole inopportune e fuori luogo» le proteste tra il pubblico in sala per alcuni concetti espressi dal cantautore al termine della sua apprezzatissima performance musicale. Anche il sindaco ammette: «Scivoloni da intellettuale».
La serata era stata «preparata da mesi» dai ragazzi dell’oratorio San Filippo della parrocchia di San Michele, sotto la regia del coadiutore don . La presenza del grande era legata al fatto che nel 1983 era stato proprio lui a curare la colonna sonora del film “State buoni se potete”, dedicato alla vita del santo e interpretato da e da .
Così, quando Branduardi, rispondendo alle sollecitazioni dei ragazzi dell’oratorio dopo il concerto, si è messo a parlare di «santi che non esistono» e a contestare apertamente «i dogmi della Chiesa», facendo riferimento anche alle dimissioni di Papa Benedetto XVI, in molti tra il pubblico hanno iniziato a storcere il naso e a scuotere il capo.
Parole che, a detta di alcuni parrocchiani, sono apparse decisamente «inopportune e fuori luogo rispetto all’occasione». Evidente lo smarrimento e la delusione anche tra chi aveva riposto grandi aspettative in questa iniziativa, che era la “chicca” delle celebrazioni dell’oratorio San Filippo Neri.
Anche perché l’improvvisa rottura di una corda del violino dell’artista aveva già impedito l’esecuzione dei “bis” che erano stati richiesti a gran voce dalla platea pagante del teatro Manzoni di San Michele.
«Così come è saltata una corda del violino, così può capitare qualche stecca anche al grande artista» ci gioca con l’ironia il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, che era presente alla serata al Manzoni.
«Da un punto di vista musicale è stata un’esperienza assolutamente positiva, soprattutto per l’interpretazione che Branduardi ha dato di “O sole mio”, veramente emozionante, mentre per quel che riguarda il dibattito con i ragazzi, posso solo dire che a volte la tentazione di sentirsi intellettuale fa fare degli scivoloni inappropriati rispetto al contesto in cui ci si trova». E ieri all’oratorio la festa è continuata, con l’entusiasmo dei bambini. Per dimenticare una serata-no.