Prima decimati, ora spremuti Tasse più care per i frontalieri

Da una parte vogliono mettere un freno alla loro crescita. Dall’altra spremerli. Mettergli le mani in tasca. Per risolvere i problemi delle finanze del Canton Ticino. Ricorrendo proprio ad una sorta di tassazione speciale. Tutta a carico dei frontalieri. Da cui l’Udc svizzera e la Lega dei Ticinesi vogliono ottenere qualcosa come 20milioni di franchi l’anno.

Il sistema è semplice. I due partiti, infatti, hanno chiesto, ottenendo un primo via libera formale, di aggiornare il moltiplicatore comunale per il calcolo delle imposte alla fonte. Oggi l’imposta dei frontalieri è calcolata secondo l’onere fiscale medio di tutti i comuni Cantone di confine, che per il 2013 è del 78%. Ma i due partiti stanno spingendo con forza per abbandonare questo criterio e di utilizzare come riferimento il moltiplicatore massimo del 100%. Vale a dire un aumento dell’onere fiscale comunale del 28% per i frontalieri, per un totale di una ventina di milioni di franchi di nuove entrate per il Ticino. Richiesta che ovviamente mette nel mirino ancora una volta i lavoratori del Varesotto impegnati oltre confine. La Commissione tributaria del Gran Consiglio, nelle scorse ore, ha così condiviso all’unanimità il principio dell’iniziativa dell’Udc per aumentare l’imposizione fiscale dei frontalieri.

Ma si è divisa sul metodo. L’accordo, infatti, non è stato raggiunto riguardo la modalità per accrescere la partecipazione finanziaria dei lavoratori stranieri impegnati in Ticino. La maggioranza della Commissione, composta dagli esponenti del Partito liberale radicale, del Partito popolare democratico, del Partito socialisti e dei Verdi, ha sostenuto infatti la decisione politica ma senza mettere nero su bianco in una vera proposta legislativa la percentuale del moltiplicatore. Dicendo in buona sostanza che è favorevole all’aumento delle tasse senza però specificare di quanto.

Così le proposte, nel loro complesso, dovranno essere discusse dal parlamento ticinese. Anche perché un prelievo in forma diretta o con imposizione alla fonte che coinvolga solamente i lavoratori frontalieri non è permesso dalla Costituzione federale. Da qui la richiesta parallela al Consiglio di Stato affinché approfondisca la discussione entrando anche nel merito dell’ammontare del coefficiente e di valutarne la sua applicazione alle categorie di contribuenti tassati alla fonte: residenti e non residenti. Secondo i promotori dell’aumento, però, non dovrebbero esistere problemi. L’aumento della tassazione a carico dei frontalieri rientrerebbe infatti nell’autonomia tariffale dei Cantoni e quindi non dovrebbe scontrarsi con nessuna disposizione. In ogni caso, il tempo per valutare la questione e decidere è ancora molto: la misura infatti non entrerebbe in vigore prima del 2015.

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