Tormento si racconta su La Provincia

Massimiliano Cellamaro - il vero nome del rapper - rilancia la sua carriera da Varese, dove ha presentato il suo nuovo album dentro e fuori

Nell’ fiume per in edicola
si racconta a tutto tondo: dalla musica alla famiglia, dalla città in cui è cresciuto al rapporto con la natura, da Guè Pequeño a Tiziano Ferro.

(Foto by Varese Press)

Innanzi tutto volevo mandare un grosso abbraccio alla città, la scena Varesina è ricca di talenti. Non perdono mai l’occasione di dimostrarmi il loro affetto che da parte mia è ricambiato in pieno. Purtroppo è un po’ che non faccio un bel concerto a Varese ma sono molti i lavori che mi portano in città. La collaborazione con la casa di produzione video Morsi all’Anima ha dato vita ad un bellissimo video firmato Yoshi, dal titolo “Soul Relax” e la title-track dell’album con Primo “El Micro de Oro”. Sempre con Primo dei Corveleno, poco più di un anno fa’, abbiamo presentato il nostro album alla Casa del Disco. Sono cresciuto con Save, Davo, Kaso, Ale e Charlie sui gradini di questo negozio ed è un piacere adesso tornare per presentare i miei progetti.

Assolutamente! Dopo Varese ho abitato a Novara e ho iniziato a cogliere tante similitudini tra la gente che vive in provincia. Anche se in città profondamente diverse sembra di vivere in un grosso paese in cui tutti più o meno si conoscono, è un rapporto che apprezzo di più rispetto alla vita metropolitana. Entrambe hanno comunque i loro pregi e difetti ma personalmente ho sempre preferito vivere in piccoli paesi come Varazze, Torre del Lago, Castellana Grotte. Negli ultimi vent’anni ogni quattro anni ho cambiato casa, dalla Lombardia, al Piemonte, Liguria, Puglia e diversi anni a Roma. Ora vivo a Firenze e ho davvero, in questi anni, coltivato uno spirito legato al paese nella sua interezza e complessità. Forse per questo anche nei momenti più duri non ho mai trovato la forza di abbandonarlo, viviamo in un paradiso di storia, cultura e divina bellezza della natura che ci circonda.

(Foto by Varese Press)

Ai Giardini Estensi, scusatemi ma sono un “romanticone” e se sei un teen-ager che vuole godersi la prima fidanzata in pace, è il posto che fa per te.

«È una stanza sospesa nello spazio. Particolare perché contiene un albero capovolto, a suo modo unica. L’albero ha perso le foglie, ha un aspetto malinconico, ma sta solo riposando in attesa della prossima primavera. Le foglie secche a terra gli ricordano il passato e la luce che si intravede lo fanno ben sperare per il futuro. Ogni albero è a suo modo unico, composto delle stesse molecole dell’universo. Il suo “lavoro” è trasformare, grazie alla luce del sole,

l’anidride carbonica in ossigeno. Eleva e purifica l’ambiente che lo circonda. Comunica con l’universo in un modo che noi umani non possiamo ancora comprendere. La copertina disegna alla perfezione lo stato d’animo dell’album. Se ci sentiamo scombussolati e in “Cortocircuito” bisogna ritrovare le chiavi del nostro tempio, la famosa stanza sospesa nello spazio. Piano piano rendersi conto di cosa ci abbiamo messo dentro finora e come abbiamo intenzione di costruirla in futuro».

(Foto by Varese Press)

«I brani che descrivono lo stato d’animo dell’album al meglio sono “Dentro e Fuori” e “Terre Aride”. Trovo significative queste metafore con la natura che ci riportano alla vera sostanza di cui siamo fatti. La vita folle che viviamo oggi tende ad allontanarci da noi stessi e dalla natura. Spesso cadiamo in abitudini che ci rendono un po’ automi. Il consiglio dietro alle canzoni di questo album è di iniziare a vivere in maniera consapevole ogni piccolo gesto, rendere importante ogni momento».

«Questo album nasce dall’incontro con Shablo. “La strada per la felicità” era un primo esperimento e il risultato ha creato un connessione che non ha fatto che rinforzarsi. Ci siamo trovati d’accordo sulla situazione generale della musica e ci siamo chiesti di cosa ci fosse veramente bisogno. Volevamo spingere l’asticella un po’ più su. Uscire dai nostri passati straight-Soul-oriented e creare un suono che fosse pop ma con una consapevolezza che nasce dall’underground. Diversi sono i produttori Hip Hop americani che hanno rivoluzionato la musica pop mondiale. Senza volersi paragonare ai Maestri, ma abbiamo quasi un dovere verso la nostra nazione. Siamo qui per rinfrescare la situazione musicale!».

(Foto by Varese Press)

Quando hai un bimbo riacquistano senso tante piccole cose che spesso dai per scontato. È una benedizione, mi ha ispirato questo brano perché gli occhi con cui vede il mondo sono pieni di magia e voglia di scoprire. Dobbiamo imparare a vedere le cose in maniera più positiva e un bimbo ti dà una grande lezione in questo senso. In più ti rivoluziona la vita, non sei più tu il centro dei tuoi pensieri, ma lui o lei. Questo ti cambia e ti rende più aperto verso l’esterno. Dovremmo prenderci cura dei bambini se vogliamo un futuro migliore, il disagio non fa’ che creare altro disagio. L’Amore, la Passione e la Consapevolezza invece sono un’esplosione esponenziale di potenzialità.

Ho sempre avuto questa visione un po’ mistica della vita. Mi piace cogliere la magia che c’è in un bosco come in uno studio musicale pieno di macchine vintage. L’energia di alcune persone che sanno come direzionarla e renderla potentissima. Che siano un produttore così come una mamma che cresce i figli a costo di grandi sacrifici. Sono cambiato nel senso che ho acquisito un maggiore senso della realtà. Pian piano il lato materiale della vita acquista importanza e diventa un fattore di cui devi tenere conto, ma la musica mi ha aiutato a lasciare un buon ottanta per cento di magia nella mia vita. Tutto quello che faccio è impregnato di questa energia e questa visione. Ho sperimentato tanto artisticamente e non mi sono mai tirato indietro anche quando la musica non rispettava le regole dell’Hip Hop. Questo mi ha aiutato a conoscere meglio i miei limiti e spinto a cercare di superarli. Ho dedicato una vita allo studio del suono della voce e la trasparenza nei sentimenti che volevo comunicare, adesso mi piace anche insegnare e condividere tutti questi studi con i più giovani. Attività che spero di fare sempre di più.

(Foto by Varese Press)

Non stanno fermi un attimo! Esa è attivissimo sul web, pubblica giornalmente nuovi progetti. Cercatelo su Facebook come EsaOtr e iscrivetevi al suo canale Youtube CrespLove. Ha creato anni fa il primo contest online dedicato al Rap, “Captain Futuro Contest” e ogni anno sta diventando un appuntamento fisso per le nuove leve che vogliono farsi notare. Abbiamo conosciuto MezzoSangue grazie a questo contest e oggi è uno dei più potenti in giro. Io ho tempi un po’ più lunghi, non riesco a pubblicare songs alla stessa velocità del mio Sensei Esa. Con gli anni sono diventato un perfezionista. Mi piace scegliere il microfono con cui registrare, spesso mi registro da solo. È una cura maniacale che metto nei dettagli. Mi piace creare l’atmosfera e lo stato d’animo giusto per registrare. Mi capita di passare ore nei boschi, contemplare la perfezione della natura mi aiuta a vibrare alle giuste frequenze. E’ come se accordassi il mio strumento, solo allora sento che il mio timbro rappresenta lo stato d’animo adatto alla canzone che devo scrivere o registrare.

Il meglio per mio figlio e mia moglie, e un po’ più di pace per tutti. Stiamo vivendo tempi difficilissimi, di passaggio tra ere differenti. Più la fisica quantistica ci racconta scientificamente come siamo parte del tutto e più dovremmo renderci conto che l’universo è in movimento.

Bisogna restare in movimento! Meglio scegliere noi quale strada intraprendere e disegnare chi siamo giorno per giorno. Se lasciamo la nostra vita in balia degli eventi sarà l’universo a scegliere per noi e spesso lo fa’ in maniera davvero prepotente. Il mio desiderio è che la maggioranza delle persone metta sempre più coscienza nelle proprie azioni, sia coscienza. Mi sono sempre sentito cittadino del mondo, amo culture lontanissime da me e ricerco in quelle più antiche “la strada per la felicità”, c’è chi ha dedicato una vita a tutto questo ed è bello condividerne i pensieri e i sentimenti.

I primi demo e le prime strofe. Sono stato il mio approccio alla scrittura, nato in maniera anche troppo naturale. Sono contento di aver studiato poi parecchi autori e aver imparato qualcosa da ognuno, sperimentando e perfezionando diversi stili di scrittura, dal cantato al rap, dal Funk al Pop.

(Foto by Varese Press)

Fa piacere sentirselo dire, ma credo che l’Arte rimanga il punto centrale. Non sai mai quando un’opera sarà un’opera d’Arte. È solo il tempo e il segno che riesce a lasciare a consacrarla come opera d’Arte. Mi piace vivere secondo un’ottica più zen per cui, nel momento in cui si perdono le tracce dell’autore, l’opera inizia a brillare di luce propria, allora si può parlare di Arte. Il goal è affascinare lo spettatore e trasportarlo fuori dal tempo. La musica (e l’Arte in generale) ha il potere di cambiare la composizione delle nostre molecole. Nel momento in cui smettiamo di pensare e ci perdiamo in una canzone, vibriamo in sintonia con il messaggio che voleva trasmetterci. È allora che eleva, siamo fuori dal tempo e lo spazio, siamo e basta.

Si è dato una calmata! Ahahah, scherzo… Però in parte ho dovuto davvero rallentare un attimo. Essere così aggressivo nei testi mi portava ad esserlo anche nella vita e invece la rabbia può solo accecarti. Va incanalata in maniera positiva in quello che vuoi fare, questo mi ha sempre insegnato l’Hip Hop. E’ come se gli anni della protesta fossero finiti. Più che cercare di cambiare la situazione ho imparato che dovevo cambiare io. Il mondo è come lo vuoi vedere e nel momento in cui ti fai prendere dal gioco perdi di vista chi sei veramente. Di questo parliamo in “Stai al gioco” con Emis Killa e Coez nel mio ultimo album. Il mio lato un po’ più crudo rimane sempre e anche negli album come Tormento erano presenti brani come “A Fuoco” così come “Cortocircuito” in “Dentro e Fuori”. Yoshi è solo un po’ deluso dal riconoscimento che in generale riceve l’Hip Hop Underground. Molto sèguito ma poco supporto economico reale. Icone dell’Hip Hop Italiano dovrebbero oggi vivere di rendita mentre invece sono costrette a re-inventarsi in un mondo che non concede spazi. Io mi sento molto creativo in questo periodo ma ci sono stati momenti in cui mi sembrava di non aver più speranza e neanche una via alternativa di sostentamento. Dedicare la propria vita alla Musica è comunque una scelta dura, la Musica chiede tutto il tuo tempo e il totale coinvolgimento. Pochi immaginano il lavoro che c’è dietro un album. Almeno un anno di lavoro e aggiungerei: senza stipendio!

(Foto by Varese Press)

Sempre sullo stesso percorso ma potenziato! Ho studiato il linguaggio della natura, musica ancestrale, cercando il collegamento tra Hit che hanno segnato la storia della musica e vibrazioni antiche che ancora oggi muovono tutto. Studiare perché Bob Marley ha quella capacità di rilassarti all’istante, John Lennon sa farti riflettere e vedere il mondo con occhi nuovi, Jimi Hendrix ha il potere di mostrarti il lato psichedelico dell’universo e Kurt Cobain sa mostrarti l’inferno del mondo moderno con occhi innocenti. C’è un sacco da studiare. Uno studio che spesso vuol dire lasciarsi andare perché non puoi studiare la musica con la mente, devi farlo con il cuore. Simboli antichi che rappresentano una vibrazione, il suono che per noi ha così tanta importanza, dalla parola all’ascolto, fino ad uno stato d’animo che vuoi rappresentare. Quanto ancora poco sappiamo della Musica e di tutto ciò che ci circonda

“Così dentro come fuori, così intenso ogni evento ridisegna contorni nuovi” canto nella traccia “Dentro e Fuori”. Le esperienze che viviamo ogni giorno (fuori) ci cambiano (dentro), ci ridisegnano. Contemporaneamente i sogni che coltiviamo (dentro) si avverano (fuori). È uno scambio di energie tra noi e quel che accade intorno a noi. Iniziare a vivere in modo più consapevole questo scambio, decidendo cosa vogliamo per noi, sarebbe un grande passo avanti. Al di là degli ostacoli che si possono incontrare. Molti sogni nel cassetto vanno tirati fuori. In un momento di grande confusione possiamo trovare noi stessi. All’interno dell’album ricordo che questa crisi è una grande possibilità e ritengo che coltivare i propri sogni sia il traguardo più importante in questa vita. Godendosi i risultati qualsiasi sia il livello raggiunto. So che oggi i soldi sono ritenuti il traguardo più importante ma pur sapendo le regole del gioco preferisco godermi la magia degli eventi.

(Foto by Varese Press)

Sono molto legato a Shablo. Mi ha aiutato ad entrare in un mood più positivo. Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme ero alla ricerca de “La strada per la felicità”, ora mi rendo conto che la felicità è già qui e ora. Tutto il mio percorso è stato ricco e importante, anche nei momenti più difficili. A volte non bastano le parole bellissime dei fan, non conta il successo che hai ma il rispetto che hai di te stesso. Con la Thaurus ho trovato un team di persone che vuole promuovere messaggi positivi, di questi tempi non è che vadano di moda, ma l’energia che ci spinge è troppo potente per omologarsi al mercato. Abbiamo cercato un suono nuovo, fresco ma che allo stesso tempo fosse profondo come il mare e infinito come l’universo.

Non amo le definizioni, i confini. Amo tutto ciò che è sperimentazione, ricerca, semplicemente curiosità. Mi piace vivere i brani così come vengono, se in maniera naturale nasce una melodia ricerco le parole adatte e via inizia il gioco. Se invece un beat mi ispira un testo più serrato, concetti più “terra a terra”, allora mi sfogo con del buon rap. Mi fa piacere che il pubblico mi giudichi un outsider. Quando ascolti Tormento devi farlo senza pre-concetti perché sono qui per stravolgere le regole e farti riflettere».

(Foto by Varese Press)

In modo molto naturale visto che tra di noi c’è un rapporto di stima reciproca. Ognuno di noi è molto impegnato e non è stato semplice gestire le tempistiche ma la voglia di realizzare questi brani è stata da parte di tutti molto sentita.

L’ho adorato dal primo momento in cui l’ho ascoltato. La sua voce mi ha colpito immediatamente, lui era piccolissimo e cantava su un brano di amici torinesi, gli A.T.P.C. La prima volta che ci siamo sentiti siamo stati ore al telefono, parlando di R’n’B americano e trovandoci subito in sintonia. Gli ho chiesto se voleva venire in Tour con noi e sono capitate anche un paio di apparizioni televisive. Nel giro di sei mesi aveva già intrapreso una carriera da super professionista, gli serviva il La ed è un onore aver condiviso l’emozione con cui affrontava i suoi primi appuntamenti di lavoro. Mi ha fatto molto piacere questa sua intervista a Vanity Fair e anche lui per me è una delle più belle voci italiane. Anzi, sai che faccio? Adesso gli mando un sms e glielo dico direttamente, lo saluto anche da parte vostra.