Frontalieri, tra Lombardia e Canton Ticino un tavolo tecnico. Intanto però il Gran Consiglio di Bellinzona vota a larghissima maggioranza per l’innalzamento della tassazione sui frontalieri.
Ieri il rapporto di «amicizia» tra le due regioni transfrontaliere è stato riconfermato nell’incontro tra il presidente della Regione Lombardia , accompagnato dall’assessore alle Infrastrutture e dal sottosegretario, con il presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino e con il delegato del Cantone per i rapporti transfrontalieri F.
Macroregione delle Alpi
«Discutiamo perché è interesse di entrambi avere ottime relazioni e avere un’ottima collaborazione tra le due Regioni – sottolinea il governatore Maroni – i prossimi 1 e 2 dicembre ospiteremo, proprio a Palazzo Lombardia, la riunione di tutti i presidenti delle 48 Regioni che costituiranno la Macroregione delle Alpi, per cui il nostro destino è quello di essere amici e collaborare».
In discussione in particolare le questioni relative ai frontalieri, tema che sarà al centro di un tavolo tecnico annunciato ieri da Maroni: «Ci sono delle criticità che vogliamo affrontare come Lombardia nell’interesse dei cittadini lombardi che lavorano in Svizzera e come Canton Ticino nell’interesse dei lavoratori del Cantone. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio, per cui su questo e su altri temi costituiremo un tavolo tecnico, perché questo è il metodo giusto».
Il tavolo sarà anche l’occasione di confrontarsi sui progetti Interreg, per cui la Lombardia si aspetta un maggior contributo del governo federale svizzero «per non perdere 100 milioni di fondi europei» per progetti transfrontalieri. Al vertice si è parlato anche di Arcisate-Stabio: «Noi abbiamo individuato i luoghi di stoccaggio per le terre da scavo – ha ricordato il governatore Maroni – spetta al Cipe autorizzare questa sistemazione».
Nel frattempo però, mentre a Milano i vertici istituzionali di Regione Lombardia e Canton Ticino andavano d’amore e d’accordo, a Bellinzona nella seduta del Gran Consiglio cantonale, il parlamento ticinese, ha dato il via libera all’aumento delle imposte per i frontalieri che risiedono nella fascia dei 20 chilometri dal confine e che rientrano quotidianamente al loro domicilio.
La proposta dell’Udc è stata approvata a larghissima maggioranza: 59 voti favorevoli e solo cinque contrari, oltre ad un astenuto.
Così dal primo gennaio il moltiplicatore della componente comunale dell’imposta alla fonte passerà dal 78%, l’equivalente della media cantonale, al 100%, il massimo previsto dalla legge. Su tremila franchi al mese di stipendio, un aumento di 22 franchi.
Introito da venti milioni
Un inasprimento della tassazione che porterà ad un maggiore introito di circa 20 milioni di franchi all’anno, così suddivisi: quattro milioni e 300mila nelle casse del Cantone, circa otto milioni in quelle dei Comuni ticinesi, mentre in base agli accordi bilaterali ai Comuni di residenza in Italia verranno riversati i restanti sette milioni e 800mila franchi.
«Ormai c’è un clima di ostilità nei confronti dei frontalieri, identificati come il male in tutti gli ambiti» protesta il deputato cantonale del Ppd , tra i pochi contrari. Ma per (Udc) è «una reazione alla crescita insensata dei frontalieri».n