Una battaglia storica, che segnò una tappa fondamentale per la storia della Resistenza, che capì di dover trovare nuovi modi per combattere il nazifascismo. Una tappa fondamentale, che si svolse sui nostri monti, precisamente sul.
A novembre ricorrerà il settantaduesimo anniversario della storica battaglia, ma come ogni anno già a giugno si iniziano le celebrazioni per mantenere la memoria di quello che fu. Quest’anno sarà domenica 7 giugno, e alla manifestazione parteciperà anche il presidente della Provincia ,
che ha ringraziato prima di tutto «i volontari e chi si impegna per tenere viva la memoria».
Quest’anno la manifestazione ha avuto bisogno di sponsor privati: due aziende di Daverio, la Plv e la Goglio, hanno aiutato economicamente la provincia e l’Anpi ad organizzare anche quest’anno il ricordo, come ha sottolineato , delegato alla cultura della Provincia.
Una battaglia storica, quella del San Martino, anche perché lì si tracciò il confine tra la guerra di trincea combattuta fino ad allora e la guerra moderna, con i cacciabombardieri e senza postazioni fisse. Il colonnello Carlo Croce e il suo «Gruppo Militare Cinque Giornate Monte di San Martino di Vallata-Varese» costruirono fossati, trincee, sbarramenti, aspettandosi una guerra tra eserciti, mentre tedeschi e fascisti iniziarono a rastrellare la popolazione civile dei paesi delle valli circostanti il monte.
«Fondamentale ricordare la battaglia del San Martino – ha detto , presidente vicario di – e raccontare soprattutto le storie di chi fece la scelta di combatterla, sapendo quale avrebbe potuto essere l’esito». Come suo padre Sergio, che a soli 22 anni affrontò la deportazione che gli costò la partecipazione alla battaglia sul monte San Martino. «Raccontiamo, perché i ragazzi, oggi, facciano scelte simili, privilegiando la democrazia e la libertà. San Martino deve essere il simbolo di questo tipo di coraggio».